Una sentenza della Commissione tributaria mette a rischio le detrazioni fiscali. La giurispudenza crea un precedente.
A dispetto di quanti credono che la legge sia una materia poco dinamica, il diritto è un argomento in costante evoluzione. Lo dimostra la recente sentenza della Commissione Tributaria sul tema dei conti correnti cointestati.
Chi fa la dichiarazione dei redditi IRPEF sa bene che tutta una serie di spese possono essere detratte per intero dalle tasse.
A Perugia, di recente, l’Agenzia delle Entrate si è rivolta alla Commissione Tributaria per il caso di un cointribuente con conto corrente cointestato che sulla dichiarazione dei redditi aveva dichiarato per intero le proprie spese.
Partendo dal presupposto che se il conto corrente è condiviso lo sono anche le spese, la Commissione Tributaria di Perugia ha accolto l’istanza dell’Agenzia delle Entrate e riconosciuto al contribuente solo la metà delle spese detraibili.
Questa sentenza ha messo in discussione l’intera macchina del diritto tributario.
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Una delle fonti del diritto fondamentale è la giurisprudenza, cioè l’applicazione della legge. Una sentenza della Commissione Tributaria è fonte a pieno diritto.
Finora la legge tributaria non aveva sollevato questioni in merito ai conti cointestati. Ma questa sentenza rischia di diventare precedente giuridico, e riconoscere a tutti i contribuenti che condividono il conto corrente con qualcuno solo il 50% delle spese sostenute.
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Non sono state ancora formulate ipotesi ufficiali, ma molti siti che si occupano di informazione fiscale hanno visto in questa sentenza un campanello d’allarme per i contribuenti italiani.