Per attuare quella transizione ecologica europea di cui tanto si parla occorrerebbe ridurre il consumo di carne e latticini ma, denuncia Greenpeace, la UE spende invece moltissimi milioni di euro l’anno per promuovere proprio progetti legati alla pubblicità di carne e latticini.
Un controsenso evidente, secondo Greenpeace che con il recente report Marketing Meat e nella sua versione geolocalizzata per l’Italia Promozioni Bestiali, mostra come l’Europa da una parte dica di voler attuare una transizione ecologica, volta a ridurre le emissioni di gas serra e l’inquinamento, mentre dall’altra promuova con fondi milionari i progetti pensati per promuovere il consumo proprio di ciò che invece dovremmo limitare per il bene di tutto: la carne.
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Greenpeace e i dati sulla promozione
Nel report leggiamo per esempio che, in totale, l’Europa ha speso 776,7 milioni di euro per la promozione di prodotti agricoli europei nel quinquennio 2016-2020. Di questi 776,7 milioni di euro il 32% è stato destinato alla promozione di prodotti di origine animale con una spesa che è di 252,4 milioni di euro contro la spesa per la promozione di frutta e verdura che è pari a poco più della metà: 146,4 milioni di euro, cioè il 19% della spesa globale. Ci sono poi i soldi spesi per promuovere i “panieri” di prodotti in cui praticamente sempre si trovano carne e latticini e che ammontano a 214,7 milioni di euro. I prodotti biologici sono stati inseriti in promozioni per le quali si è spesi in totale un altro 9%: 52,7 milioni di euro.
Il problema della carne e dei latticini è duplice perchè gli allevamenti intensivi, che sono quelli che producono la maggior parte della carne e dei latticini consumati, sono tra le principali cause dell’inquinamento e della perdita di biodiversità. Il bestiame viene infatti nutrito utilizzando una mole immane di risorse ambientali con prodotti agricoli in quantità massiccia i, prodotti riducendo continuamente il suolo destinato invece a foreste e altri ecosistemi.
Tra l’altro, sempre nel report di Greenpeace si fa riferimento anche proprio alle campagne italiane, promosse dai produttori, che cercano di promuovere un consumo di carne, in particolare della carne bovina e che ha l’obiettivo di “rendere i consumatori consapevoli dell’importanza della carne bovina italiana in una dieta equilibrata”. Lo scopo ultimo delle campagne, tra cui Greenpeace ricorda La stellina della carne bovina, è aumentare il consumo di carne bovina che risulterebbe in calo ma che rimane, dati FAO alla mano, di molto oltre la soglia consigliata per la salute umana e ambientale: siamo a quasi 80 chili di carne contro i 24 consigliati.
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In generale, ricorda Greenpeace, si stima che “5 milioni di morti premature potrebbero essere evitate a livello globale nel 2050, adottando diete più sane, con meno carne e più verdura, frutta, legumi e semi“. E, verrebbe da dire nonostante le campagne dei produttori, sembra che gli Europei siano sempre più disposti a ridurre il consumo di carne: un recente sondaggio ha scoperto che il 68% dei cittadini dell’UE sarebbe disposto a ridurre o già ha ridotto il consumo di carne.
Se volete leggere il report Marketing Meat lo trovate a questo link, mentre qui trovate Promozioni Bestiali.