I lavoratori dello spettacolo il 14 aprile occupano il Globe di Roma. Le proteste si sono svolte seguendo tutte le norme di sicurezza.
I teatri sono chiusi da oltre un anno. Gigi Proietti è morto lo scorso 2 novembre senza assistere alla riapertura del “suo” Globe Theatre, teatro in stile vittoriano nato per volontà dell’attore scomparso. Ma Gigi sul palco del Globe ci è tornato: il suo funerale “laico” si è svolto eccezionalmente in quella sede il 3 novembre 2021.
Da quella data, e chissà per quanto a venire, il Globe (come tutti gli altri teatri), non ha più ricevuto visite. Fino a ieri (14 aprile).
Un gruppo di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo sono entrati nel teatro di Villa Borghese per rendere più visibile la precaria condizione in cui versano i professionisti della cultura.
L’occupazione è stata soft. In tutta sicurezza i manifestanti si sono sottoposti ad un tampone preventivo, ed hanno protestato appendendo come vessillo uno striscione che riportava il titolo di uno spettacolo di Gigi Proietti: “A me gli occhi please”.
Le richieste avanzate dagli occupanti sono di una riforma strutturale del settore spettacolo, urgente per chi ne fa parte e necessaria per tutto il settore della cultura.
“Non vogliamo una riapertura senza sicurezza, che ci faccia ripiombare in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie. Riapriamo questo spazio a tutte le precarie, a tutti gli sfruttati, per riappropriarci di un tempo di confronto e autoformazione”.
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Dario Franceschini, Ministro della Cultura, si è recato al Globe Teatre per un confronto con i manifestanti: “Ci tenevo a venire qui. Ho apprezzato il vostro tono costruttivo e propositivo. Io non sono la controparte, ma ho il dovere di essere il vostro rappresentante nelle istituzioni”
Sulla questione è intervenuta anche l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Lorenza Fruci: “Siamo qui per esprimere solidarietà alle vostre richieste. Cercherò per quello che mi è possibile di farmi portatrice delle vostre richieste. Chiedo solo che sia un’occupazione costruttiva e pacifica”.
Il Teatro Nazionale di Roma esprime “solidarietà per le rivendicazioni manifestate dalla mobilitazione della rete di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo nel corso dell’occupazione di questa mattina al Globe Theatre, e ne accoglie il dialogo costruttivo e responsabile per un confronto sociale, politico e strutturale che riconosca l’importanza del lavoro artistico e la necessità di riformare il settore”.
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Questo gesto di protesta sarà sufficiente a mobilitare le istituzioni sul tema? Si vedrà, nel frattempo è importante osservare che “qualcosa si muove”.