Il mercato di San Didero è stato impedito dalla polizia. Gli agricoltori denunciano l’atteggiamento delle forze dell’ordine.
Ossevatoriorepressione.info riporta l’ennesimo racconto di ostracismo nel territorio Tav.
17 aprile 2021: come tutti i sabati, gli agricoltori di San Didero si recano nel piazzale del mercato per vendere i propri prodotti alimentari, fonte primaria del proprio sostentamento. Il mercato si svolge da anni con l’autorizzazione delle istituzioni.
Ma all’arrivo, i produttori trovano una sgradita sorpresa (nessuno gli aveva dato comunicazione della chiusura dello spazio): le forze dell’ordine sono schierate “in difesa” del piazzale dai “pericolosi” attivisti no-Tav, muniti di frutta, verdura e necessaire per montare i banchetti del mercato.
Gli agricoltori no-Tav rispondono: “Ci dicono che il Tav porterà lavoro ma poi viene impedito a chi da anni coltiva i propri campi e vive del proprio raccolto di vendere una merce che oltre tutto é deperibile e che quindi probabilmente oggi verrà buttata ”Questo é il sistema Tav, un sistema che sfrutta le risorse e devasta tutto quello che si trova davanti senza remore, dimostrando ancora una volta che il denaro é più importante delle persone”.
Loredana Bellone, consigliere comunale a San Didero, ha affermato che “L’occupazione militare del territorio è un fatto molto grave”.
Lo scorso fine settimana è trascorso all’insegna delle lotte in Val Susa contro il Tav, il treno ad alta velocità Torino-Lione. In seguito alla protesta dei no-Tav per il progetto di costruzione di un nuovo autoporto, una donna di 36 anni è stata ferita al volto “Da un corpo contundente”. Ora è in ospedale.
Intorno alle 23 di sabato 17 aprile un centinaio di attivisti si è recato nel cantiere irregolare dell’autoporto a San Didero, ed ha esploso dei fuochi d’artificio per “salutare i sei attivisti rimasti nel presidio all’intero dell’area cantierabile”.
Da lì sono partite le rappresaglie delle forze dell’ordine. Non ci sono stati contatti fisici tra i due schieramenti, ma la ricostruzione degli eventi ha riportato lanci di sassi da una parte e lacrimogeni dall’altra. Questi ultimi sono stati i probabili responsabili delle ferite al volto della donna pisana. La diagnosi provvisoria è di “fratture multiple massiccio facciale – frattura osso temporale – emorragia cerebrale“ . Secondo le prime ricostruzioni sembra che il lacrimogeno sia stato gettato ad altezza uomo.
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Frediani, storico attivista del movimento no-Tav commenta l’accaduto: “Uno Stato che ha bisogno della forza – aggiunge – è uno Stato debole. La storia del Tav è sbagliata fin dall’inizio e già da tempo doveva essere scritta la parola “fine”. E invece… Spero che la donna ferita si riprenda presto e che si chiariscano correttamente le dinamiche dei fatti”.