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Monete rare, se hai questa puoi guadagnare 2.000 euro: controlla

Monete rare, attenzione a questo pezzo particolarmente prezioso: se è a casa vostra, potete guadagnare un tesoretto. Controlla 

La numismatica, ovvero lo studio il collezionismo di monete rare, è un fenomeno silenzioso ma diffusissimo in Italia e nel mondo. I pezzi preziosi e che valgono un botto tuttavia non sono solo le monete ormai andate, ma anche quelle che continuiamo ad usare comunemente. A più riprese ve le abbiamo anche raccontate: dal 2€ che vale 2.500 euro al centesimo raro acquistato addirittura a più di 6.000 euro da parte di un collezionista nel 2013.

Insomma, tante di queste monete potrebbero passare anche tra le vostre mani senza che lo sappiate. Ecco perché documentarsi e controllare potrebbe diventare una sana abitudine, così magari da ritrovarsi un bel tesoretto in casa tutto d’un tratto. Tuttavia, come intuibile, anche e soprattutto le vecchie monete diventano delle piccole pepite d’oro.

Monete rare, la vecchia 50 lire che vale un botto

Screenshot Youtube

Il motivo è intuibile: trattandosi di denari non più in circolazione ma ritirati dalle varie casse statali, il loro valore schizza alle stelle poiché introvabili. E quando spunta qualche pezzo, i collezionisti spesso sono pronti ad andare anche oltre la loro valutazione standard proprio per cogliere un’occasione che potrebbe mai più presentarsi. Ecco perché, se avete ancora delle vecchie lire magari a casa dei nonni o semplicemente conservate, sarebbe il caso di dare una controllatina anche da questo punto di vista.

Uno dei pezzi ricercatissimi, per esempio, è la 50 lire del 1958. Parliamo di un taglio inedito considerando le appena 800 mila versioni create dalla Zecca di Stato. Bene: se doveste averne una. potreste ricavarci fino a 2.000 euro. Riconoscerla sarà facile: sul retro è rappresentato un uomo nudo che batte il martello su un incudine. Si tratta del dio Vulcano, nonché divinità del fuoco e della metallurgia secondo le vecchie credenze. In più troverete anche la scritta ‘Repvbblica italiana‘.

Pubblicato da
Redazione Consumatore