La nostra salute mentale dipende da quella fisica: il funzionamento dell’intestino dipende anche dai livelli di isolamento sociale e saggezza
La saggezza e la solitudine non sono i termini di un titolo da trattato religioso o filosofico, ma hanno forte implicazioni con la biologia umana. A darne conferma è uno studio che ha incluso 184 adulti di età compresa tra i 28 e i 97 anni.
Da qui è emerso che la saggezza e la compassione erano associate sia alla diversità che alla struttura e composizione microbica dei soggetti sottoposti all’esperimento.
Il funzionamento è il seguente: l“asse microbiota-intestino-cervello” coinvolge la comunicazione bidirezionale tra il sistema nervoso centrale e l’apparato gastrointestinale ed è regolato a livello neurale, ormonale e immunologico.
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Questo cosa c’entra con la solitudine? La solitudine innesca aumenti dei biomarcatori pro-infiammatori e l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e dei tratti biologici associati all’asse microbiota-intestino-cervello. A livello comportamentale, la solitudine emerge da una discrepanza tra le relazioni sociali preferite e quelle effettive, tra ciò che esiste e ciò che sembra esistere. Tipica conseguenza è l’isolamento sociale.
Sebbene comportamenti pro-sociali e compassione attengano alla caratteristica umana della saggezza, si legano in realtà anche come elementi predittivi della solitudine. Ed è qui che risiede l’importanza della ricerca empirica svolta negli ultimi anni che ha dimostrato come la saggezza è parzialmente influenzata dalla biologia, e dati alcuni elementi similari, anche la solitudine.
Infatti studi scientifici evidenziano come forti componenti genetiche e biologiche sia nella solitudine che nella saggezza presentino implicazioni per la salute, compreso il loro potenziale rapporto con il microbio intestinale, tra intestino e cervello. Alterare la regolarità di quest’asse comunicativo può provocare dall’eccitazione emotiva fino a modificare funzioni cognitive di ordine superiore come il processo decisionale.
Il comportamento e le interazioni sociali possono influenzare la composizione del microbiota intestinale. Un’indagine sui meccanismi biologici alla base di questi costrutti psicologici è importante per la potenziale comprensione di come la solitudine possa contribuire alla comorbilità della salute fisica e mentale.
Lo studio ha cercato di esaminare il rapporto tra la diversità microbica alfa e beta con la solitudine e la saggezza, nonché i fattori psicosociali correlati, in un campione di individui che vivono in comunità durante la vita adulta ipotizzando che livelli più elevati di solitudine e livelli più bassi di saggezza, compassione, supporto sociale e impegno sociale sarebbero associati a una minore diversità microbica, necessaria per la salute.
“La solitudine può portare a cambiamenti nel microbioma intestinale o, reciprocamente, alterazioni dell’ambiente intestinale possono predisporre un individuo a sentirsi solo“, ha affermato Dilip V. Jeste, MD, Docente di Psychiatria e Neuroscienze presso UC San Diego School of Medicine.
Questo conferma quanto stabilito dagli studi, ovvero che il microbiota intestinale è associato a tratti di personalità, tra cui lo stress soggettivo, auto-compassione, l’empatia affettiva, e il benessere emozionale. Dunque l’asse influenza il comportamento umano ma anche quest’ultimo le comunicazioni tra le famose pancia e testa.
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Per questo cambiare il proprio comportamento e le interazioni sociali significa migliorarsi ed influenzare la composizione del microbiota intestinale ed eludere eventuali comorbilità della salute fisica e mentale. Il supporto sociale, la compassione e la saggezza potrebbero essere degli stabilizzatori del microbiota intestinale legata alla solitudine. Viceversa una microflora intestinale sana e diversificata può attenuare gli effetti negativi dello stress cronico o abitudini deleterie.
Sebbene gli studi non abbiamo permesso di rendere noti i meccanismi che collegano saggezza o solitudine con la diversità microbica,”Abbiamo scoperto che livelli più bassi di solitudine e livelli più elevati di saggezza, compassione, supporto sociale e impegno erano associati a una maggiore ricchezza filogenetica e diversità del microbioma intestinale“, ha affermato la prima autrice Tanya T. Nguyen presso l’UC Scuola di Medicina di San Diego.