La regione Lombardia ha adottato un “Piano Quadriennale regionale” per le politiche di parità, e di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne.
Parlare di violenza sulle donne sembra facile. Quale individuo dotato di buon senso riuscirebbe a non indignarsi di fronte al palese accrescimento del fenomeno delittuoso? Ma a volte condannare non è sufficiente, bisogna agire. Chi opera sul territorio e nei centri antiviolenza questo lo sa.
“Femminicidio” è un termine che è entrato nell’uso corrente di recente, ma il contenuto a cui la parola si riferisce ha origini lontane, e radici molto solide. Un intervento volto a disinnescare una pratica grave e frequente come la violenza sulle donne necessita di risorse multiformi e multidisciplinari.
La regione Lombardia sta facendo un buon lavoro in questo senso. L’agenzia di stampa Andrkronos riporta i dati dell’Osservatorio regionale antiviolenza.
“I dati, aggiornati al 15 ottobre del 2020, ci restituiscono una fotografia dell’azione di Regione Lombardia nell’ambito della prevenzione e del contrasto alla violenza contro le donne. Un’azione che è stata rafforzata nell’ultimo anno alla luce delle crescenti criticità e richieste di aiuto derivanti dal maggior isolamento domiciliare e dalla conseguente convivenza forzata“.
In questo modo l’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà Disabilità e Pari opportunità, Alessandra Locatelli, riassume con soddisfazione l’efficienza della Lombardia sul tema violenza di genere.
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I centri antiviolenza ed il Piano Quadriennale d’intervento
“I centriantiviolenza – continua Locatelli – hanno continuato a garantire reperibilità telefonica e attività di contrasto anche nei mesi più duri: complessivamente nel corso del 2020 le donne prese in carico sono state 6.527.”
I centri antiviolenza spesso nascono da iniziative di privati o di associazioni, ed è importante il riconoscimento istituzionale del loro operato. Prendere in carico una vittima di violenza, implica una responsabilità nel garantire la continuità e la completezza dell’intervento. Per far ciò si necessità di una rete di supporto che non può prescindere dalla legittimazione istituzionale.
In questo senso la Regione Lombardia sta facendo dei grandi passi in avanti, soprattutto nell’ottica della prevenzione, che in Italia si può definire un’azione quasi pionieristica.
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“E’ stato adottato un ‘Piano Quadriennale regionale per le politiche di parità e di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne 2020-2023’, che consiste in un pacchetto di azioni concrete e sperimentali senza precedenti, con novità rilevanti quali la presa in carico degli orfani delle vittime di femminicidio e dei minori vittime di violenza assistita”.