Assegni, attenti: multe salate se si omette questo dettaglio

Se compilando un assegno bancario si omette la data o beneficiario si rischia multa da 3.000 a 50.000 euro. Perché?

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Gli assegni bancari sono stati per decenni la forma privilegiata di pagamento per prestazioni quali ad esempio quelle professionistiche o per gli acquisti ingenti come ad esempio un’automobile o un gioiello costoso. L’assegno era l’unica alternativa al pagamento in contanti.

Con la possibilità delle transazioni online, tra bonifici bancari e spostamento di denaro tramite piattaforme quali Paypal etc., l’utilizzo dell’assegno bancario come forma di pagamento si è notevolmente ridotto. Ma esiste ancora, e non poche persone continuano ad utilizzarlo.

A differenza del bonifico, l’assegno prevede una discrezionalità nella compilazione, che è interamente a carico di chi lo emette. Per essere più chiari, se si effettua un bonifico online, è impossibile dimenticare o omettere alcuni dati. Il sistema non porterebbe a termine il pagamento.

Al contrario si può omettere data e/o beneficiario di un assegno. Nel tempo è stata una pratica piuttosto usuiale, che generava i cosiddetti “assegni in bianco” o “postdatati”.

Ora non è più possibile. Se si evita di inserire questi due dati si rischia una multa da 3.000 a 50.000 euro, sia per chi emette gli assegni in questa modalità, sia per chi li incassa. A richiedere la sanzione non è il Fisco, ma la Ragioneria territoriale dello Stato.

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Le motivazioni della multa

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I motivi per cui un assegno in bianco o senza data equivale ad un illecito si basano su differenti principi.

Innanzitutto è bene specificare che le sanzioni scattano quando la cifra è superiore a 1.000 euro. L’assegno in bianco è malvisto dalla legge perchè infrange le normative europee antiriciclaggio di denaro sporco. Compilare un assegno in bianco senza indicare il beneficiario è sempre un’operazione pericolosa (potrebbe essere oggetto di furto) e rischiosa (diventa oggetto di accertamenti).

Su principio differente si basa la multa per gli assegni senza data. Per lo Stato, un assegno che non riporti la data di emissione, equivale ad una cambiale. Quest’ultima è soggetta per legge all’imposta di bollo.

Quindi emettere un assegno senza data corrisponde ad emettere una cambiale senza pagare l’imposta, commettendo un’evasione fiscale.

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Le motivazioni per omettere questi dati possono essere intenzionali o di distrazione. In ogni caso è preferibile evitare di farlo, si potrebbe incorrere in multe salate.

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