Cashback, c’è un dettaglio che nessuno ha finora notato: attenzione alla grossa beffa a fine semestre
Uno studio lo ha già dimostrato: il cashback, o meglio il supercashback, ha portato gli italiani spendere molto di più pur non volendo. Se da una parte il programma è riuscito nell’intento di indirizzare e tracciare una serie di pagamenti finora sommersi, dall’altra ha arrecato indirettamente anche un danno a molti cittadini a causa dei 1.500 euro stanziati per i primi 100.000 utenti. Tale cifra del resto, soprattutto in piena estate, fa ingolosito parecchio e ha finito con l’innescare un effetto domino che ha portato a una smania di acquisti. Anche e soprattutto lì dove non vi è davvero la necessità.
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Per intenderci: un tempo si sarebbe fatto a meno di un acquisto e avremmo fatto il possibile per non sperperare soldi, oggi invece diventa una condizione d’obbligo. Nella mente di molti utenti in corsa per il super premio si è infatti innescato un pericoloso effetto psicologico della serie “se non esco e compro, finirò fuori dalla classifica”. E si associa inoltre anche un certo stato d’ansia considerando la possibile beffa dietro l’angolo.
Tutto questo, pertanto, porta inevitabilmente a spendere anche più del dovuto. La scusa che sia un qualcosa di necessario è solo una giustificazione che l’utente dà a se stesso, ma la verità è che in passato avrebbe posticipato e poi accantonato un determinato acquisto. Oggi, invece, si compra perché si deve comprare.
Sia chiaro: c’è anche anche chi sta procedendo a grandi falcate comprando solo e unicamente ciò che in effetti avrebbe regolarmente acquistato anche senza supercashback, ma il giochino psicologico che si è insidiato nella mente di tanti altri è innegabile. Motivo per cui alla fine si realizzerà tale scenario: chi avrà ottenuto i 1.500 euro in maniera lineare e chi invece avrà messo mani sul bottino svenandosi e investendo un capitale.
Se in fondo è normale spendere più di 1.500 euro in sei mesi per acquisti vari, lo è di meno spendere il doppio e per di più per tante cose non necessarie solo per l’illusione di un tesoretto che, alla fine, finisce col diventare soltanto un minimo rientro. In molti lo capiranno solo il 30 giugno, quando la corsa sfrenata sarà giunta finalmente al traguardo.