Le mense scolastiche prevedono un costo che varia da regione a regione. Cittadinanzattiva fornisce i dati di quelle più care.
La Costituzione stabilisce il diritto all’istruzione. Ma nel sistema scolastico italiano, prendendo come riferimento la scuola primaria, le spese che le famiglie devono sostenere per mandare i figli a scuola non sono così esigue. I materiali scolastici (libri, quaderni, matite, penne etc.) sembrano poca roba, ma se si vanno a moltiplicare per l’intero ciclo scolastico si rivelano spese continue ed onerose.
Ma l’esborso maggiore deriva dalla mensa scolastica. I genitori lavoratori che mandano i figli al tempo pieno scolastico, pagano mensilmente una quota per il refettorio scolastico, che varia da regione a regione, e che è sottoposto al calcolo ISEE della famiglia.
Cittadinanzattiva ha stimato che la spesa media mesile per la mensa scolastica di ogni figlio è 80 euro. Ma la distribuzione scolastica sul territorio nazionale fa emergere dati distanti tra loro.
L’Emilia Romagna è la regione più costosa, con una spesa mensile di 103 euro; la Sardegna, al contrario, è la regione più economica: 65 euro al mese.
“Il Nord si conferma l’area geografica con le tariffe più elevate, in media 813€ per nove mesi di mensa nella scuola primaria, e 802€ in quella dell’infanzia; segue il Centro, 697€ nella primaria e 676€ nell’infanzia; più contenuti i costi al Sud con 662€ nella primaria e 649€ nell’infanzia. Tuttavia l’incremento maggiore si rileva nelle regioni centrali, le tariffe crescono, ma di poco, anche al sud mentre calano al nord.”
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Nel PNRR è prevista la creazione di nuove 1000 mense scolastiche in tutta Italia. Un passo importante, ma secondo l’associazione si dovrebbe fare di più.
Il tempo pieno scolastico è uno strumento essenziale sotto vari punti di vista: consente ad entrambi i genitori di lavorare ed al tempo stesso permette al bambino di passare maggior tempo nel contesto dei pari, veicolato dalla sorveglianza e dalla didattica del personale scolastico.
Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva, riferisce che “A causa delle difficoltà economiche in cui versano tante famiglie per la crisi indotta dalla pandemia, per molti ragazzi il pasto a scuola rappresenta il pasto più completo se non addirittura l’unico”.
Per questo motivo è ancora più importante che la mensa scolastica sia una garanzia per tutte le famiglie, e non un’opzione.
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“La pandemia dovrebbe spingerci verso un ulteriore ambizioso obiettivo: trasformare la mensa in servizio pubblico universale e gratuito. Garantire il tempo pieno e la possibilità di usufruire della ristorazione scolastica in maniera gratuita, a cominciare in modo sperimentale dall’estate, rappresenta un incentivo importante per favorire la presenza dei bambini e ragazzi nelle scuole per le quali il Ministero ha appena varato, con nostra grande soddisfazione, il piano di apertura per l’estate”.