Coprifuoco verso l’addio? C’è una data in agenda del governo Draghi che da una speranza a tutti i commercianti per una “ripartenza concreta”
Il dibattito politico sul coprifuoco sta tenendo banco ormai da settimane, con componenti del governo e dell’opposizione che fanno leva sull’eliminazione della misura restrittiva. Anche il premier Draghi ha in agenda degli aggiornamenti in merito, ma tanto dipenderà dall’andamento della diffusione della pandemia e dai dati sui contagi ed i decessi. In queste ore si registra un lieve miglioramento della situazione.
Con le diminuzioni dei ricoveri con sintomi e dell’occupazione delle terapie intensive, anche se i bollettini dalle regioni non sempre fanno ben sperare. Ad oggi sappiamo che lo stato di emergenza è stato prorogato sino al 31 luglio, quando si farà un ulteriore bilancio della situazione in attesa di eventuali nuove misure di contrasto alla diffusione del contagio.
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Anche la misura restrittiva della chiusura alle 22 potrebbe avere delle modifiche, come sperano i tanti commercianti e titolari di attività anche ristorative che vedono limitato il loro business con un orario così ristretto e concentrato. Ma vediamo quali potrebbero essere gli scenari futuri per il paese.
Coprifuoco, c’è una data che fa ben sperare
La misura restrittiva del coprifuoco è mal digerita da parte della popolazione, soprattutto dai tanti commercianti che vedono limitato il loro lavoro entro le ore 22. Per questo motivo tanto ci si attende dalla prossima decisione del governo Draghi che da metà maggio potrebbe restringere il campo delle limitazioni sempre in funzione dei dati che emergono dal monitoraggio della situazione.
Le date da tenere sotto controllo sono quelle del 14 maggio e del 17 maggio. La prima potrebbe infatti coincidere con quella del nuovo decreto di Draghi con effetti a partire dal 17 maggio. Quello che ci si aspetta è proprio il limite orario, che potrebbe passare alle 23 o alle 24. Come detto tanto dipenderà dall’andamento della situazione.
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Nella migliore delle ipotesi, che porterebbe ad un calo di contagi e decessi, ma soprattutto ad un sensibile calo dei posti occupato nei reparti e nelle terapie intensive, si potrebbe ipotizzare anche ad una eliminazione totale della misura. Come auspicano da tempo milioni di italiani.