La sicurezza informatica nel 2020 è stata messa a dura prova. Questo è quanto emerso dai dati raccolti dall’Osservatorio Cyber.
La maggior parte dei siti dai quali sono provenuti attacchi alla sicurezza informatica degli utenti sono quelli per i giochi online e per lo streaming video. Crescono anche i casi legati ai social network.
Lo streaming online e i giochi sempre più diffusi e hanno portato ad un incremento del numero di attacchi alla sicurezza informatica degli utenti con conseguente furto di dati personali. Questo è il dato più preoccupante che emerge dall’ultima ricerca condotta da Osservatorio Cyber di CRIF. Sono cresciuti inoltre i furti di dati sui social network.
Leggi anche: Life, un nuovo programma europeo per ambiente e clima
Ogni volta che si crea un profilo su qualche piattaforma, tecnicamente, c’è sempre un certo margine di pericolo che i dati personali inseriti possano essere violati, rubati e rivenduti. Esistono però alcuni siti più esposti di altri. In alcuni casi si tratta di una esposizione dovuta semplicemente a carenze nei sistemi di sicurezza interni delle piattaforme, in altri casi si tratta di attacchi mirati a piattaforme con un numero molto elevato di utenti.
Per questo motivo durante il secondo semestre del 2020 si è registrato un aumento di quasi il 57% degli attacchi portati a termine per sottrarre dati personali in Italia: la pandemia ci ha portato a stare più tempo online, utilizzando in particolare servizi di streaming video e giochi.
Da questi portali è stato facile, per diversi criminali informatici, portare via i dati personali degli utenti. Tra l’altro l’Italia, secondo i dati raccolti nella ricerca di CRIF, si trova al sesto posto mondiale per numero di furti di email e password. Prima dell’Italia si trovano Stati Uniti, Russia, Francia, Germania, Regno Unito.
Leggi anche: Decreto Sostegni Bis, previste nuove agevolazioni sulla Tari
Dalla ricerca emerge anche il profilo tipico dell’utente che più spesso si vede sottrarre informazioni delicate: si tratta di un uomo, con un’età compresa tra 41 e 60 anni. Se però parte della sicurezza informatica è da attribuirsi alle piattaforme che si utilizzano, va anche ricordato che sono gli utenti stessi a dover praticare la diffidenza online e la prudenza, scegliendo per esempio password univoche per ciascun portale ed evitando di cliccare sui link che arrivano via email a meno che non si sia assolutamente sicuri della provenienza.