Una persona su cinque ha assunto psicofarmaci nell’ultimo anno a causa della pandemia

Gli italiani hanno avuto e stanno avendo difficoltà a gestire gli effetti del Covid e della pandemia sulla propria psiche e sono riscorsi ai farmaci: una persona su 5 ne ha assunto almeno uno nell’ultimo anno. In aumento anche chi si rivolge allo psicologo o a uno psichiatra.

La pandemia, i lockdown, l’incertezza e l’ansia di questo ultimo anno stanno lasciando un segno sempre più evidente sulla psiche degli italiani. Questo è quello che emerge analizzando i dati dell’ultimo studio Eurispes “Italy Report”.

Il report annuale sul nostro Paese fotografa una situazione variegata.

E la parola Covid, basta fare una ricerca nel file disponibile sul sito ufficiale dell’Eurispes, ritorna ben 72 volte. Si tratta, come è logico, di un elemento che ha influito su tutti i piani del vivere umano. E se possiamo leggere come positivo il fatto che “l’esperienza del Covid-19 stia senza ombra di dubbio avendo un impatto su un sentimento condiviso che sembra aver bisogno di dare valore agli elementi che uniscono piuttosto che a quelli divisivi“, è anche vero che l’ansia generata dall’incertezza sta avendo un peso e una conseguenza sulla mente umana, che si sta trovando a dover sovvertire buona parte delle proprie abitudini.

E gli italiani hanno deciso di ricorrere a sistemi diversi per gestire l’effetto Covid. Un italiano su 5 ha deciso di prendere almeno uno psicofarmaco: ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore, antipsicotici. E a ricorrere ai farmaci sono stati maggiormente gli adulti oltre i 65 anni e le donne.

Anche da questi dati risulta quali siano le categorie umane più impattate dal Covid: le persone mature e le donne. Le prime perché, dati alla mano, la mortalità del Covid è più alta nelle fasce di popolazione più anziane e le donne che, in moltissimi casi, si sono ritrovate a dover decidere su due piedi tra lavoro e famiglia o a gestire tutto e tutti da dentro le mura di casa, con conseguente innalzamento dei livelli di stress.

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Ma se c’è stato un aumento nell’ordine del 25% circa nell’uso di farmaci, c’è stato anche un aumento nel numero di persone che hanno sentito il bisogno di un consulto con un esperto. Del campione degli intervistati, oltre un quarto ha dichiarato di essersi rivolto a uno psicologo mentre poco meno del 6% ha parlato con uno psichiatra.

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