L’attenzione mediatica sulla pandemia ha in buona parte “nascosto” e messo da parte molte tematiche che continuano ad essere fondamentali per il futuro della nostra società. Tra queste vi è la sicurezza sul luogo di lavoro. La morte della giovanissima Luana d’Orazio ha quantomeno avuto il merito ( termine forse improprio rispetto a questa tragedia) di riaccendere i riflettori su un fenomeno, quello delle morti bianche, che continua a mietere vittime di anno in anno senza che si verifichi mai una vera inversione di tendenza da parte della politica.
Ora più che mai, in un momento storico in cui la solidarietà sociale più che accessoria diventa necessaria, è importante ritornare su argomenti irrisolti che determinano le sorti di una fetta della società.
Cgil, Cisl e Uil hanno promosso una mobilitazione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro che avrà luogo il 20 maggio in tutta Italia. I sindacati, con lo slogan “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro”, chiedono un “Patto per la salute e la sicurezza” tra istituzioni governative e parti sociali.
Non è un caso che sia stata scelta la data del 20 maggio per la mobilitazione generale. Nel 1970, stesso giorno, è stato approvato lo Statuto dei Lavoratori, carta che ha costituito un passo importante sul tema dei diritti dei lavoratori.
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Si definisce Statuto dei Lavoratori la Legge 20 maggio 1970 n. 300, che reca “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”.
Si tratta di un corpo normativo fondamentale del diritto del lavoro italiano che, parzialmente modificato e integrato nel corso di questi decenni, ancora oggi costituisce la disciplina di riferimento per i rapporti tra lavoratore e impresa e i diritti sindacali.
Approvato a seguito delle tensioni sociali e delle lotte sindacali della fine degli anni sessanta, conosciute come la stagione dell’autunno caldo, e preceduto dall’introduzione nell’ordinamento di alcune significative norme di tutela e garanzia per i lavoratori, quali la Legge 1124/1965 in materia di infortuni e malattie professionali, la Legge 903/65 in materia pensionistica e la Legge 604/66 in materia di licenziamenti, lo Statuto ha rappresentato una svolta dal punto di vista sia politico che giuridico, nel sancire positivamente alcuni dei diritti fondamentali del lavoratore e delle sue rappresentanze sindacali.
Per oltre quaranta anni l’impianto statutario ha retto alle profonde trasformazioni della società e dell’impresa e continua a costituire uno strumento di tutela giuridica imprescindibile nell’ambito del diritto del lavoro.
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Ma la carta ha valore soprattutto nella sua capacità di procurare effetti. Le “morti bianche” sono un problema che ancora oggi affligge il settore lavorativo. Bisogna dare uno stop deciso attraverso interventi mirati. Non basta sapere che la sicurezza sul lavoro è un diritto, deve diventare una garanzia assoluta.