La mattina del 20 febbraio 2008 in una scuola elementare un bambino di 10 anni che era andato in bagno veniva malmenato da un suo coetaneo di un’altra classe. La toilette per qualche motivo, e in una scuola elementare ce ne possono essere tanti, non era sorvegliata dal corpo insegnanti e nemmeno dal personale ATA.
Il bambino vittima delle prepotenze è rimasto in bagno sotto shock per 45 minuti fino a che una maestra non si è preoccupata ed è andata a controllare. Ha riportato graffi e lividi sul viso e un dente scheggiato
I genitori del bambino sono stati avvertiti soltanto una volta suonata l’ultima campanella, quando, col figlio tra le braccia, si sono accorti dell’accaduto. Una volta portato il bambino al pronto soccorso e refertate le lesioni i genitori del piccolo hanno deciso di sporgere denuncia al MIUR intentando una causa civile.
Il MIUR da parte sua si è difeso cercando di deviare la colpa sui genitori del bambino che ha causato il danno. Ma dopo 13 anni arriva la sentenza definitiva che condanna il MIUR e lo obbliga al risarcimento dei danni. Infatti i danni causati da alunni e insegnanti sono generalmente da riferire al MIUR e non ai singoli individui, si legge nella sentenza
“Per giurisprudenza unanime e consolidata, nell’ambito dell’amministrazione
statale scolastica, legittimato passivo per le azioni di responsabilità derivanti da
condotte di alunni e insegnanti poste in essere durante l’orario scolastico è
unicamente il Ministero, e non i circoli didattici o i singoli istituti, in quanto questi
ultimi, pur avendo autonoma personalità giuridica, restano organi della suddetta
amministrazione, e l’autonomia gestionale e amministrativa di cui dispongono non
impedisce di riferire a questa, nel suo complesso, e dunque al M.I.U.R., gli effetti dei
loro atti ”
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Parlando del risarcimento, il MIUR dovrà risarcire la famiglia del bambino vittima di bullismo di 6.697,25 euro per i danni patrimoniali e non patrimoniali. Altri 4mila e passa euro sono invece necessari per ripagare le spese processuali e il medico legale.