La Bce lancia l’allarme sulle conseguenze che potrà avere la terza ondata della pandemia. Nello specifico il Financial Stability Report parla di un concreto rischio di insolvenza da parte delle imprese.
Foto (Pixabay)Il mondo intero ormai da più di un anno sta facendo i conti con la pandemia. Il Covid-19 ha stravolto la vita di tutti e ha avuto pesantissime ripercussioni a livello finanziario. La Bce ha analizzato la situazione del Vecchio Continente attraverso il Financial Stability Report dal quale sono emerse alcune rilevanti criticità.
Il report, infatti, sottolinea che le misure adottate sin qui hanno aiutato le insolvenze aziendali a scendere ai minimi storici. Il problema, però, potrebbe porsi quando queste misure saranno gradualmente rimosse e in questa circostanza non è possibile escludere che i tassi di insolvenza diventino notevolmente più elevati rispetto a prima della pandemia, soprattutto in alcuni Paesi dell’area dell’euro.
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Bce: rischio insolvenza delle imprese
Analizzando la situazione italiana il nuovo Decreto Sostegni dovrebbe ridurre dal 100% al 90% la garanzia statale per i prestiti bancari fino a 30mila euro concessi alle partite Iva e alle piccole e medie imprese.
Secondo la Bce questo tipo di atteggiamento da parte dei Governi nazionali, quasi inevitabile con il passare dei mesi e il miglioramento della situazione economica, potrebbe portare alla crescita dei tassi di insolvenza delle imprese.
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“A causa dell’impatto economico disomogeneo avuto dalla pandemia, i rischi per la stabilità finanziaria sono concentrati in settori e Paesi specifici, spesso quelli con le maggiori vulnerabilità preesistenti“. E’ questo uno dei messaggi chiave inseriti nel report della Bce. In questa fase di uscita dell’Eurozona dalla terza ondata di pandemia, i rischi per la stabilità finanziaria rimangono elevati e sono ora distribuiti in modo ancor più diseguale.