La Quota 100 volge al termine. Urge una sostituzione. Si vagliano diverse ipotesi tra cui la Quota 41, caldeggiata da più parti.
Tra poco più di 6 mesi ci sarà l’addio alla Quota 100. I lavoratori che finalizzeranno i requisiti entro la fine del 2021 potranno andare in pensione anticipata con 38 anni di contributi e 62 di età.
Gli altri, che raggiungeranno la soglia dell’età richiesta nel 2022, dovranno attendere l’arrivo della nuova riforma pensionistica.
Da più parti è richiesta una riforma organica e definitiva, che possa durare nel tempo e che non veda il rischio di un ritorno alla legge Fornero, precedente alla Quota 100. Ma l’ipotesi più probabile, date le differenti urgenze governative, è che per ora si cercherà un temporaneo sostituto alla Quota 100 in vista della sua scadenza, per poi rimandare ad un secondo momento una riforma a 360°.
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In cima alla lista delle formule prescelte per i nuovi requisiti pensionistici si posiziona la Quota 41. Quarantun’anni di contributi e si va in pensione, a prescindere dall’età anagrafica.
“Bene la proposta della piattaforma sindacale per quota 41 per non tornare alla legge Fornero” ha spiegato giorni fa il Sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon.
Ma la Quota 41 non è l’unica sul tavolo. Ritorna l’ipotesi della Quota 102, che si calcola con la stessa formula della Quota 100, con 2 anni anagrafici in aggiunta, 64 anzichè 62.
Per i lavori usuranti si parla della Quota 90, che richiederebbe 30 anni di contributi, 10 in meno degli altri lavori data la particolarità delle mansioni usuranti.
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Si è ancora al vaglio delle ipotesi, ma da più parti si auspica una risoluzione celere, anche in vista della sospensione del blocco dei licenziamenti, che porterà senza dubbio ad ampliare la pletora dei disoccupati.