Digitale terrestre, è rivoluzione: addio dopo 12 anni

Digitale terrestre, svolta epocale in Italia. Ormai pronto un grosso addio dopo 12 lunghi anni

Foto Pixabay

Sta per avvicinarsi una nuova era sul fronte televisivo e delle frequenze. Se n’è parlato a lungo in questi mesi, ma ora il momento sta arrivando. Perché il famoso switch-off è ormai dietro l’angolo, poiché giungerà subito dopo quest’estate ormai alle porte. Tale cambio epocale, il quale si ultimerà tuttavia solo a giugno del 2022 nel Sud Italia, sarà necessario per il passaggio alla modalità di trasmissione al Dvb-T2 basato sul 5G.

Si avvicina lo switch-off in Italia

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Tale passaggio comporterà allo spegnimenti di tutti i televisori acquistati prima del 2017, salvo aggiungerci un decoder specifico che permetterà invece di restare al passo con i tempi. Così, dopo 12 lunghi anni, l’Italia dice addio alle vecchie frequenze. Il motivo di tale passaggio è duplice: da una parte permetterà un ulteriore miglioramento delle immagini, dall’altra permetterà di assegnare più spazio alle frequenze.

Si partirà così con l’addio all’Mpeg2 e il passaggio al MPEG4. E nonostante l’invito dell’AgCom al governo di posticipare questo appuntamento poiché i tempi non saranno sufficienti, sia per i cittadini che soprattutto per i bandi per l’assegnazioni delle reti, questo dovrebbe avvenire comunque nelle consegne indicate.

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Quindi non bisogna fare altro che capire se il proprio dispositivo è attrezzato o meno per tale passaggio. Si ricorda che oltre al fattore data indicato in alto, ci sono altri due modi per verificare la compatibilità. Innanzitutto una prima prova la si può fare attraverso i canali in HD dal 500 in poi: se questi riuscite a vederli effettivamente in alta definizione, è indice che il vostro televisore è sufficientemente all’avanguardia.

Altrimenti, per la controprova finale, verificate sui canali test 100 e 200. Se qui dovesse comparire la scritta “Test HEVC Main10”, significa che la Tv è abilitata per il nuovo segnale. In caso contrario andrà messa mano al portafogli: si va da un massimo di 40 euro per un decoder basico a un tetto di 100 per quelli che permettono la navigazione su internet.

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