Molti si lamentano delle nuove regole di WhatsApp riguardo la privacy ma adesso è l’app di messaggistica istantanea ad andare contro il Governo dell’India per salvaguardare la privacy degli utenti.
WhatsApp ha denunciato il Governo indiano per proteggere la privacy degli utenti messa a rischio da una recente normativa che impone invece il tracciamento dei messaggi scambiati sull’app.
La norma rientra in un nuovo gruppo di regole introdotte lo scorso febbraio ma che sono entrate in vigore nel Paese soltanto recentemente. Si tratta delle Intermediary Guidelines and Digital Media Ethics Code. Con queste nuove normative ci sarebbe l’obbligo, nei fatti, di tracciare tutti i messaggi che gli utenti si scambiano sull’app minando così la loro privacy.
Tra il Governo indiano e l’app c’è una questione aperta almeno dal 2017, quando l’app fu utilizzate per inviare messaggi falsi che hanno causato il linciaggio di un lavoratore accusato erroneamente di aver rapito un bambino. Adesso arriva la denuncia da parte dell’app di messaggistica istantanea nei confronti del Governo.
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WhatsApp, dopo aver denunciato al tribunale di Nuova Delhi il Governo indiano per questa normativa che viola la privacy degli utenti nel Paese, ha anche affidato al proprio sito ufficiale la spiegazione delle azioni intraprese. La tracciabilità, spiegano sul sito WhatsApp, va contro la crittografia end-to-end che invece protegge tutto ciò che passa sull’app.
Il sistema della crittografia end-to-end adottato da WhatsApp, infatti, impedisce anche a chi possiede l’app stessa di leggere i messaggi che ci si scambia. La tracciabilità “ha lo scopo di fare l’opposto richiedendo ai servizi di messaggi privati come WhatsApp di tenere traccia di chi ha detto cosa e chi ha condiviso cosa per miliardi di messaggi mandati ogni giorno”.
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Si tratta quindi di conservare dati relativi ai contenuti dei messaggi e ai destinatari, prevaricando di fatto la crittografia. Tra l’altro, si legge sempre nel post ufficiale sul sito di WhatsApp, occorrerebbe tenere traccia di tutti i possibili messaggi che le persone si scambiano in quel determinato posto per far fronte ad una eventuale richiesta del Governo. o di un organo giudiziario e si tratta, per WhatsApp ma non solo, di una scelta che innesca in realtà “una nuova forma di sorveglianza di massa”.