Save the Children ha pubblicato il Rapporto 2020 dell’Helpline minori migranti: ecco tutti i dati che ne sono scaturiti.
Save the Children, l’associazione che da oltre un secolo lotta per salvare i bambini a rischio, ha pubblicato il Rapporto 2020 dell’Helpline minori migranti in cui si è occupata di ascoltare e supportare i minori durante il loro percorso.
Dal report emerge che gli ostacoli e le difficoltà principali che minori e neomaggiorenni si sono trovati ad affrontare ci sono stati l’interruzione di attività formative di alfabetizzazione e di istruzione.
Queste difficoltà hanno portato alla sospensione dei percorsi di integrazione, come tirocini formativi; sospensione delle attività degli Uffici Immigrazione e delle Commissioni Territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato; sospensione delle procedure di ricongiungimento familiare e il blocco dei trasferimenti; il mancato incontro con i tutori volontari.
Durante il 2020 la Helpline Minori Migranti ha ricevuto in totale 1.276 telefonate da parte di minori e persone adulte, i beneficiari supportati e assistiti attraverso le chiamate sono stati 1.115, di cui 608 minori (stranieri non accompagnati e accompagnati) e 507 persone adulte, tra cui personale di strutture di accoglienza, neomaggiorenni, operatori e volontari del settore che hanno chiesto principalmente un supporto nella mediazione linguistico culturale con i ragazzi.
La maggioranza dei minori, che hanno chiamato il numero verde e ricevuto assistenza, è di sesso maschile (84%) e ha 17 anni (63%). La gran parte delle richieste di aiuto alla Helpline da parte di minori sono arrivate dalla Sicilia, ben il 77%, con grandissimo distacco rispetto alle altre regioni italiane. D’altronde la Sicilia, nel 2020, si conferma la regione che accoglie il maggior numero di minori stranieri non accompagnati presenti in Italia.
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Tra i motivi principali per cui i minori si sono rivolti alla Helpline sono stati nel 38% dei casi per l’attività di mediazione linguistica; il 22% ha chiesto ausilio durante il percorso di assistenza; il 20% per ricevere consulenza e orientamento in merito alla procedura di ricongiungimento familiare e il 10% invece per lamentare difficoltà legate alle condizioni di accoglienza presso le strutture. Il 4% dei minori ha chiesto sostegno nella soluzione di problemi legati al rilascio o alla conversione del permesso di soggiorno o alle procedure documentali/amministrative.