L’Agenzia delle Entrate, nel recente provvedimento con protocollo n. 125708/2021, precisa i termini delle procedure per i rimborsi a credito.
Nella dichiarazione dei redditi con introiti da lavoro dipendente o autonomo, si ha la possibilità di detrarre alcune spese conseguite nell’anno a cui la dichiarazione si riferisce.
L’Agenzia delle Entrate elabora i dati, e comunica al contribuente se le imposte sono a debito o a credito. Nel secondo caso, la somma in eccedenza verrà rimborsata. La rifusione può avvenire tramite assegno, sulla busta paga o direttamente sul conto corrente bancario.
Ma la procedura non è così lineare quanto sembra. Il Modello 730 viene automaticamente precompilato dal fisco, ed il contribuente trova la dichiarazione sul portale dell’Agenzia delle Entrate nella pagina a lui riservata.
Prima della scadenza della dichiarazione IRPEF egli può modificare il modello introducendo spese sostenute non contabilizzate nel precompilato.
Ma l’Agenzia delle Entrate può effettuale dei controlli per verificare la veridicità delle dichiarazioni. E quasto avviene più frequentemente se il precompilato viene modificato dal contribuente.
In seguito agli accertamenti il rimborso del credito può essere bloccato in attesa che l’iter burocratico dei controlli sia pienamente espletato.
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La battuta d’arresto sui rimborsi Irpef, quando avviene
L’Agenzia delle Entrate, nel provvedimento con protocollo n. 125708/2021, specifica che in occasione di incongruenze sulla dichiarazione Irpef, i rimborsi sulle imposte a credito vengono automaticamente bloccati.
Le correzioni sulla dichiarazione dei redditi che possono portare ad un congelamento dei rimborsi sono principalmente due: le modifiche sostanziali sui redditi e le forti discrepanze tra i dati del precompilato e quelle dichiarate.
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Nel momento in cui interviene il blocco dei rimborsi è premura del contribuente dimostrare la veridicità dei dati da lui inseriti nella dichiarazione Irpef.