Il cashback di Conte è stato bocciato dalla Corte dei Conti. E’ quanto emerge dal Report 2021 sul coordinamento della Finanza pubblica.
La Corte dei Conti boccia il cashback, la misura fiore all’occhiello voluta e messa in atto dal governo Conte.
Il Report 2021 della Corte dei Conti sul coordinamento della Finanza pubblica che vede nel cashback limiti, criticità e zone d’ombra. Una prima analisi sull’uso della moneta elettronica ha fatto emergere l’esistenza di criticità e limiti e ha fotografato “enormi difficoltà” nel monitorare i reali effetti economici e tributari della misura.
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Corte dei Conti, cashback: ecco cosa non ha funzionato
Nel Report sul coordinamento della Finanza pubblica sono finiti nel mirino della magistratura contabile le mancate distinzioni tra i beni e i servizi oggetto delle transazioni e i soggetti che rendono la prestazione.
Per evitare l’evasione fiscale la Corte auspica “una soluzione che privilegi i pagamenti verso operatori medio piccoli. Prevedendo un incentivo differenziato”. Troppo basso, invece, il numero minimo di operazioni richieste nel semestre per il rimborso.
Bocciata anche quella che è stata definita la lotteria degli scontrini, ovvero il premio per i primi 100mila utenti per operazioni nel semestre. L’importo di 1500 euro “appare eccessivo”. La complessità delle operazioni e la conoscenza “differita” della vincita non alimenta l’interesse del consumatore.
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A seguito del Report della Corte dei Conti non si è fatto attendere il commento della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che chiede a Draghi l’abolizione di quest’ultimo per destinare i fondi alle piccole e medie imprese che rischiano di chiudere i battenti.