L’I.s. segnala che in assenza di una sanatoria normata, molte aziende incorreranno in multe salate per mancanza di risposta a rilevazioni statistiche
La pandemia provoca effetti anche nei settori meno prevedibili, quello delle rilevazioni statistiche. Annualmente, aziende ed imprese hanno l’obbligo di partecipare ad indagini sul proprio operato da parte dell’Istat, l’Ente nazionale di Statistica. La mancata collaborazione delle imprese alle rilevazioni, o le risposte omesse o tardive, comportano per le aziende multe salate.
Durante la pandemia si è vissuta una generale sospensione, sia dal punto di vista sociale, che delle consuete scadenze annuali, ad esempio quelle fiscali. Il governo ha provveduto a normare tempestivamente proroghe e sospensioni di molti obblighi dei cittadini nei confronti dell’amministrazione pubblica. Ma non sulle rilevazioni statistiche.
L’Istituto di statistica afferma che: “L’Istat, in assenza di provvedimenti normativi che consentano una sanatoria, si accinge ad applicare sanzioni nei confronti di circa 2.300 imprese e 330 istituzioni per violazione dell’obbligo di risposta a rilevazioni statistiche“
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Istituto di statistica segnala la possibilità di multe salate per aziende ed istituzioni
Nel corso dell’audizione in commissione Bilancio per il decreto Sostegni-bis, l’Istituto di statistica è intervenuto segnalando il vuoto normativo sulla sospensione dell’obbligo di risposta alle rilevazioni statistiche per l’anno e mezzo di pandemia.
“Alcune unità non hanno ottemperato all’obbligo di risposta per diverse rilevazioni, gli importi richiesti potrebbero, in questi casi, risultare molto elevati”. Si parla di 1.032 euro per ogni sanzione.
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Francesco Maria Chelli, direttore dell’istituto, conclude con un appello: “Si auspica che questa istanza venga presa in considerazione in sede di conversione del decreto in discussione prevedendo, in analogia ad altre situazioni, la sospensione della applicazione di tali sanzioni e/o la cancellazione delle stesse soprattutto se riferite ad anni pregressi“ quali quelle che “derivano da mancate risposte ad indagini del 2019 e del 2020 e sono state finora sospese per effetto dei provvedimenti sull’emergenza adottati nel corso del 2020”.