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#Liberidaiveleni, la campagna di Legambiente per il diritto alla salute inizia dalla Terra dei Fuochi

Legambiente, con l’hashtag #liberidaiveleni, ha fatto partire, il 4 giugno, una campagna per il diritto alla salute dei cittadini nei luoghi inquinati d’Italia

(pixabay)

“La Terra di fuochi è una terra “martoriata” nella sua essenza più profonda ed ignorata per decenni da una classe politica trasversale che non è riuscita ad adottare soluzioni serie e concrete. Chiediamo che in quei territori vanga fatta davvero ecogiustizia, a partire da una accelerazione seria, efficiente ed efficace della bonifica e con la chiusura del ciclo dei rifiuti”.

Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campaniacon questo esordio vuole lanciare un appello deciso, puntando il dito contro l’inedia istituzionale sul tema ambientale.

La Terra dei fuochi è una vasta area dell’Italia meridionale, situata tra la provincia di Napoli e quella di Caserta. L’espressione “Terra dei fuochi” è stata adottata all’inizio degli anni 2000, in relazione all’interramento di rifiuti tossici e alla presenza di discariche abusive che hanno seriamente compromesso la salute della cittadinanza locale.

La diossina e gli altri gas inquinanti provenienti dai rifiuti, si sono presto diffusi nell’aria e sono stati responsabili dell’incremento di varie tipologie di tumori e patologie mortali nella cittadinanza.

Alla lista dei danni si aggiunge la contaminazione di prodotti alimentari derivanti da quelle zone, come la celebre mozzarella di bufala casertana, esportata in tutto il mondo.

Il “Rapporto ecomafie” di Legambiente del 2003 ha rinominato l’area contaminata “Terra dei fuochi”, espressione ripresa in seguito da Saviano nel suo romanzo “Gomorra”.

E’ singolare notare come in precedenza l’appellativo usato per distinguere la provincia di Napoli e di Caserta era “Terra Felix”, per le sue peculiari caratteristiche di fertilità e prosperità.

Il 4 giugno ha preso il via la campagna Legambiente #liberidaiveleni, un’iniziativa itinerante che coinvolge la Terra dei fuochi fino alla Valle del Sacco. L’associazione vuole riaccendere i rifflettori sulla mancata bonifica del luogo, e sugli ingiustificabili ritardi degli interventi istituzionali.

Le aree coinvolte, erano inizialmente inserite nel SIN, programma nazionale dei siti da bonificare. Nel 2013 sono retrocesse a SIR, siti d’interesse regionale. Questa declassazione immotivata ha rallentato, se non interrotto, i programmi di bonifica della zona.

In seguito ad un ricorso al TAR, la Valle del Sacco è stata riammessa nel programma SIN, ma questa vicenda amministrativa ha portato a notevoli ritardi sugli interventi di risanamento ambientale.

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Spiega il presidente di Legambiente Stefano Ciafani: “Il PNRR inviato dal governo Draghi a Bruxelles dimentica le grandi aree da bonificare, i cui interventi di risanamento registrano ritardi insopportabili anche per quanto riguarda gli impatti sulla salute, come dimostrano diverse indagini epidemiologiche”.

Pubblicato da
Giulia Borraccino