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Cyberbullismo, una ricerca trova una relazione con la dipendenza dai social

Psiconline riporta uno studio USA che mette in luce la relazione tra cyberbullismo e dipendenza da social media

(pixabay)

Si è già parlato di come un’elevata esposizione online aumenti i rischi di incorrere nelle distorsioni generate dalla rete. Adescamento di minori e scommesse pericolose sono solo alcuni dei pericoli che adolescenti e ragazzi possono incontrare su internet.

A maggior ragione sui social media, dove la funzionalità prima è quella relazionale, ed è facile essere manipolati.

Un fenomeno che ha assunto una definizione solo in tempi recenti è il cyberbullismo, ovvero l’instaurazione del rapporto vittima-aggressore mediato dalla rete.

Uno studio di Amanda Giordano, ricercatrice e professoressa associata presso l’UGA Mary Frances Early College of Education, riportato da psiconline, ha preso in analisi un campione di 428 adolescenti, in un’età compresa tra i 13 e 19 anni.

La ricerca ha evidenziato come la dipendenza da social sia un fattore propedeutico al cyberbullismo.

Afferma la Giordano: “L’autore della violenza non ha la possibilità di vedere quanto sia dannoso il proprio bullismo e di imparare dai propri errori e fare qualcosa di diverso. È una situazione spaventosa perché non hanno idea delle conseguenze delle loro azioni nemmeno con il bullismo offline”.

L’anonimato garantito online conferisce al soggetto un senso di deresponsabilizzazione delle proprie azioni dannose. Non si conosce la propria vittima, nè si ha la possibilità di guardarla negli occhi e osservare gli effetti emotivi del proprio comportamento.

“Penso che quando gli psicologi osservino degli episodi di cyberbullismo accadere, debbano esplorare la relazione dell’individuo con i social media e affrontarne la possibile dipendenza, oltre al cyberbullismo”

La soluzione suggerita dagli esperti torna sempre alle figure educative fondamentali, come la casa e la scuola. In sede scolastica è bene trattare le tematiche legate al cyberbullismo ed alla dipendenza da social prima che gli effetti si manifestino. Finora il comportamento dell’istruzione si è focalizzato sul riparare danni già occorsi.

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A parere unanime degli psicologi l’atteggiamento più effficace è quello della prevenzione, che implicherebbe la strutturazione di programmi da inserire obbligatoriamente nelle istituzioni scolastiche.

Pubblicato da
Giulia Borraccino