Nella nuova relazione Corepla sul riciclo e la gestione dei rifiuti in plastica, la fotografia del nostro Paese è positiva ma i risultati da raggiungere che ci siamo prefissi sono ancora lontani
Il problema sostanziale, come anche indicato dalla Corte dei Conti europea, è che la quantità di rifiuti provenienti da imballaggi di plastica che vengono riciclati è minore della quantità di quelli che vengono inceneriti. Siamo ancora lontani dagli obiettivi che l’Unione Europea si è preposta in termini di riciclaggio degli imballaggi della plastica: si tratterebbe di arrivare al 50% entro il 2025 e al 55% entro il 2030. Al momento, come rilevato anche da Corepla, Consorzio per il riciclaggio degli imballaggi in plastica, l’Italia è ferma al 41%.
Una percentuale che, sebbene ci mette in linea con la media europea che è del 41,5%, non deve farci abbassare la guardia. Nel panorama europeo ci sono diversi Paesi, che anche in base ai dati del 2018 e 2019, si trovano con percentuali inferiore a noi, fra questi la Francia ferma al 26,9%, Finlandia e Danimarca che si trovano intorno al 31%. Ci sono però altri Paesi, come Lituania, Slovenia, Bulgaria e Spagna che viaggiano con percentuali che superano il 50% e che sono quindi già in linea con le direttive e gli obiettivi europei.
Occorre notare poi che vi sono altri dati che ci fanno apparire come un Paese molto virtuoso. Per esempio, il Terzo rapporto sull’economia circolare parla di un 70% di riciclo complessivo. Questa percentuale però riequilibra la poca plastica che viene riciclata con le performance nettamente migliori dell’acciaio e della carta, nonché del vetro. Tra le cause di una difficoltà ad aumentare la percentuale di plastica che può essere riciclata, probabilmente, ci sono anche le nuove confezioni che periodicamente vengono immesse nel mercato.
Per avere performance di conservazione degli alimenti migliori, infatti, molto spesso la plastica viene accoppiata ad altri materiali. Queste soluzioni se sono ottime dal punto di vista della conservazione del cibo, e quindi aiutano a non sprecarlo, dall’altro rendono un incubo cercare di fare la raccolta differenziata.
Prima, quindi, di trovare sistemi migliori per riciclare gli imballaggi in plastica sarebbe opportuno ripensare la nostra vita quotidiana in modo tale da non dover ricorrere a questo tipo di imballaggi, scegliendo per esempio di non acquistare frutta e verdura confezionata o preferire l’acqua del rubinetto a quella in bottiglia.
Ogni cittadino, ogni consumatore, può fare la differenza: una differenza che non è soltanto una percentuale ma che significa meno inquinamento ed una vita migliore per tutti.
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