“Un ecosistema soffocato dalla plastica”, l’allarme di Legambiente in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani

In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, Legambiente ha reso noto i dati della campagna Clean up the Med, ed è ancora e sempre allarme plastica in tutto il Mediterraneo

Legambiente: “E' ancora allarme plastica nel Mediterraneo”
Legambiente: “E’ ancora allarme plastica nel Mediterraneo” (foto: pixabay)

Il dato più preoccupante della campagna è sicuramente che delle 10 tonnellate di rifiuti che sono stati raccolti sulle spiagge di 16 paesi che affacciano sul Mediterraneo il 90% è composto da plastica. Se il trend dell’inquinamento da plastica dovesse continuare, entro il 2050 il peso dei rifiuti nei mari del mondo supererà quello dei pesci che li abitano.

La campagna Clean up the Med si è svolta tra il 14 e il 28 maggio scorso e ha coinvolto università, enti pubblici, scuole, associazioni, comuni e cittadini. In totale, all’iniziativa promossa da Common hanno aderito oltre 80 organizzazioni di 16 Paesi diversi. Le operazioni di pulizia dei volontari si sono svolte in totale su 34 spiagge situate nei pressi di centri abitati.

I volontari sono riusciti a riempire ben 630 sacchi di rifiuti per un totale di 10 tonnellate. Oltre il 90% di questi rifiuti è composto da oggetti in plastica e in più del 60% sono stati ritrovati anche moltissimi rifiuti da pandemia: guanti, mascherine e altri dispositivi medici. Monitorate sono state anche alcune spiagge particolarmente ambite dai turisti dove però la situazione dei rifiuti non è diversa dal resto della costa del Mediterraneo. Sono state monitorate le spiagge delle isole Baleari, in particolare quella di Menorca, la spiaggia di Scalea a Creta, quella di Labin in Istria, Lecce e Taranto nel Salento, Apollonia nella zona greca della Cirenaica e Parga nell’ Epiro.

In queste spiagge sono stati raccolti 335 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia e l’87% dei rifiuti è di nuovo costituito da plastica. I rifiuti più diffusi sono i cotton fioc seguiti dai tappi per le bottiglie, le reti da pesca abbandonate o strappate, le bottiglie e i mozziconi di sigaretta.

Queste le parole di Giorgio Zampetti, direttore di Legambiente, “I dati rilevati nell’ultima edizione di Clean up The Med ci raccontano ancora una volta di un ecosistema in sofferenza e soffocato dalla plastica, dall’Italia all’Algeria, dalla Spagna alla Palestina. C’è l’urgenza assoluta di adottare politiche comuni a tutte le coste del Mediterraneo nella gestione dei rifiuti, sia nella loro produzione che nel loro smaltimento“.

Zampetti ricorda anche che il 3 luglio prossimo sarà una data importante perché dovrebbe essere il termine, senza proroghe, entro cui deve arrivare il decreto legislativo nazionale per il recepimento della direttiva europea SUP sullo stop alla plastica monouso. “Ma per mettere in atto una vera e propria rivoluzione contro il marine litter occorrerà estendere il bando dell’usa e getta a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, unito a norme più stringenti anche sugli altri rifiuti più comuni che si trovano sulle spiagge“.

Fondamentale è quindi un piano che coinvolga tutto il Mediterraneo se, per esempio, l’81% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge della Tunisia, il 56% di quelli che si trovano sulle spiagge libanesi e l’80% di quelli sulle spiagge italiane sono composti da plastica. Oltre alla legislazione che deve arrivare, però, come ricorda ancora Zampetti, è chiaro che dobbiamo tutti fare la nostra parte.

Se non ci fosse dispersione di rifiuti di plastica monouso, non ci sarebbero accumuli sulle spiagge. Cambiando le nostre abitudini possiamo ridurre alla fonte la quantità di rifiuti.

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Qui il comunicato stampa di Legambiente pubblicato il 7 giugno

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