I sindacati della scuola in piazza il 9 giugno, uno sciopero per chiedere al governo di cambiare il DL Sostegni

Tutte le principali sigle sindacali della scuola si preparano per uno sciopero e una manifestazione il prossimo 9 giugno a Roma. Le richieste sono cambiamenti al DL Sostegni con misure urgenti, tra cui, la stabilizzazione dei precari della scuola, abilitati e specializzati con tre anni di servizio

DL sostegni, sindacati della scuola in piazza il 9 giugno
Sindacati della scuola in piazza il 9 giugno per cambiare il DL Sostegni (foto: pixabay)

Oltre a stabilizzare i precari, i sindacati chiedono anche il rafforzamento degli organici del personale, la riorganizzazione degli studenti nelle aule per evitare le cosiddette classi pollaio, il superamento del blocco sulla mobilità del personale e la stabilizzazione dei DSGA facenti funzioni con almeno tre anni di servizio.

Lo sciopero si è reso necessario, spiegano dei sindacati perché il DL sostegni è stato predisposto “senza alcun confronto” e le misure in esso contenute sono in realtà “inefficaci rispetto all’obiettivo di assicurare al sistema scolastico le condizioni ottimali per garantirne la miglior qualità ed efficacia”.

Le misure contenute nel decreto sono poi, fanno sempre notare i sindacati scuola, lontane da quel Patto per la Scuola con cui era stato riconosciuto l’impegno di tutto il personale scolastico durante la pandemia. Quello che ora si chiede, quindi, è che venga modificato il decreto per evitare “improprie invasioni delle prerogative contrattuali nella regolazione di aspetti che attengono allo svolgimento o delle prestazioni di lavoro”. I sindacati della scuola coinvolti nello sciopero del prossimo 9 giugno a Roma sono Cgil, Cisl, Uil, Snals e Anief.

Queste le parole di Lena Gissi, segretaria Nazionale Cisl scuola: “Chi ha scritto quelle misure probabilmente conosce poco e male la realtà della scuola. Con il meccanismo di reclutamento proposti, delle tanto sbandierate 70 mila assunzioni, già largamente insufficienti a coprire un numero ben più elevato di posti vacanti, se ne potranno fare, se va bene, la metà. Siamo pronti a dimostrarlo con le elaborazioni che abbiamo fatto su dati desunti dalle informative ministeriali, evidentemente non a conoscenza di chi ha scritto materialmente il decreto”.

Anche perché, in totale ci sono 113mila cattedre vuote. Quello che si chiede, come spiegato per esempio da FLC Cgil, è che venga cancellato il requisito dei tre anni di servizio per assumere personale presente in prima fascia. Anche perché, come continua Lena Gissi di Cisl scuola occorre tenere conto anche del turnover che inevitabilmente entro i prossimi 10-15 anni ci sarà nella scuola, dove gli insegnanti con età inferiore a 34 anni, cioè quelli che hanno un’aspettativa di vita lavorativa più lunga, non arrivano a 20.000 mentre sono oltre 300.000 quelli con età superiore a 55 anni, quindi prossimi alla pensione.

Si preannuncia un momento di confronto per il prossimo 9 giugno su un argomento, la scuola, che è sempre tra i più complessi da affrontare.

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