E’ possibile sgravare gli interessi di una cartella esattoriale in maniera legale. Essi cadono in prescrizione dopo 5 anni
Le pendenze con il fisco sono un problema particolarmente sentito in questo momento storico di forte crisi economica. I contribuenti che non riescono a pagare le cartelle esattoriali entro le scadenze, possono incorrere in sanzioni ed interessi.
Ma la legge prevede delle prescrizioni differenti sulle cartelle e sugli interessi. Prima di elencare le soluzioni legali per pagare meno i tributi dovuti, è bene specificare le varie voci di cui è composta una cartella esattoriale:
Per le prescrizioni esistono delle distinzioni. La voce “capitale” della cartella, quando si riferisce a Iva, Irpef, Irap, Ires, Imposta di registro, ipotecaria, di bollo, canone Rai, contributi alle camere di commercio, cade in prescrizione dopo 10 anni.
Le sanzioni amministrative non vanno più pagate dopo 5 anni. Il bollo stradale dopo 3.
Leggi anche: Fisco, si ipotizza scadenza quinquennale per le cartelle esattoriali
Le prescrizioni su interessi e sanzioni, cadono in prescrizione dopo 5 anni. Quindi, se si tratta di interessi sulle imposte statali, che hanno scadenza 10 anni, dopo il quinto anno non devono essere più pagati.
Ma questo meccanismo non è automatico. Per accedere allo sgravio parziale della cartella è necessario contattare l’Agenzia delle Entrate ed avviare un ricorso in autotutela. Se esso non dovesse avere effetto, si può ricorrere al giudice tributario.
Leggi anche: Bollo auto 2020, la Regione rimborsa la tassa agli agenti. Ecco…
Nel caso in cui si intenda avviare questo procedimento è consigliabile farsi supportare da un professionista o da un patronato.