Riforma pensioni, è necessaria l’estensione dell’APE sociale

Si attende la riforma pensionistica. L’ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano ritiene necessario un ampliamento dell’APE sociale

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La riforma pensionistica tarda ad arrivare. La Quota 100 sta per terminare. Non si hanno ancora soluzioni certe, ed il governo è ritroso ad esprimersi in tema previdenziale. Ma la discussione, tra le parti sociali, sta diventando urgente, ed i sindacati si sono accorti delle incongruenze governative, e minacciano l’avvio di una mobilitazione generale.

Probabilmente si tornerà alla legge Fornero, che prevede l’età pensionabile a 67 anni. Ma in questo momento storico, con la pandemia ancora in corso e la crisi economica che attarda a retrocedere, la pensione anticipata potrebbe essere una buona soluzione per molti lavoratori che avranno difficoltà a reinserirsi nel mondo lavorativo al termine del blocco dei licenziamenti.

Il torpore governativo sulla riforma pensionistica non è più giustificabile. In molti attendono col fiato sospeso di sapere se nel 2022 potranno andare in pensione.

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Cesare Damiano: “Estendere l’APE sociale”

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L’ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano, ha fornito dichiarazioni in tema pensionistico. A parere dell’ex Ministro, è necessaria una riflessione integrata sul settore lavorativo attuale, prima di addentrarsi nella riforma pensionistica.

Damiano incentiva l’individuazione dei settori lavorativi a rischio infortuni: “Attraverso l’individuazione delle nuove aree di rischio sarebbe possibile ampliare e consolidare le azioni di flessibilità previste dall’Ape sociale, attraverso l’anticipo pensionistico”.

Secondo il politico Dem, una forma di “flessibilità differenziata” nell’accesso alla pensione anticipata renderebbe più equo tutto il sistema previdenziale italiano.

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Conclude Damiano: “In questo quadro si potrà rivisitare l’istituto dell’Ape sociale estendendolo a tutti i lavoratori esposti a particolari condizioni di rischio, garantendone un’uscita flessibile dal mondo del lavoro”.

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