D.I.Re. contro i matrimoni forzati, il caso di Saman Abbas

D.I.Re. esprime “profonda amarezza” per quanto sta emergendo sul caso Saman Abbas. Le istituzioni dovrebbero proteggere le donne straniere

sposa bambina
(pixabay)

Saman Abbas è (o forse era) una ragazza di 18 anni di origini pakistane che aveva deciso di sottrarsi al matrimonio forzato impostole dalla famiglia. Per questo è sparita, per questo probabilmente è stata uccisa.

Saman si era rivolta ai carabinieri ed era stata ospitata presso una casa famiglia per minorenni. Voleva scappare, cercare indipendenza ed un futuro migliore lontano dalla propria famiglia. Al compimento della maggiore età era tornata a casa per recuperare i propri documenti, e da quel momento di Saman non si è saputo più nulla.

Il corpo di Saman non è stato trovato, ma ormai sono quasi nulle le speranze di trovarla viva. Il fratello, in recenti dichiarazioni, ha confessato che la ragazza sarebbe stata uccisa per strangolamento dallo zio. Gli inquirenti hanno messo sotto accusa l’intera famiglia.

E’ un triste caso. Esemplare ma non unico. La difficoltà di accettare l’indipendenza di una donna da parte di culture patriarcali, sovente sfocia in violenza.

D.I.Re., associazione Donne in Rete, esprime il proprio profondo rammarico per il destino infausto della 18enne.

I centri antiviolenza dell’associazione accolgono molte donne che fuggono da matrimoni forzati, e chi collabora in queste istituzioni testimonia quanta forza e coraggio necessita alle donne per sottrarsi alle decisioni familiari.

Antonella Veltri, presidentessa di D.I.Re, in un comunicato stampa dell’associazione datato 8 giugno, chiede alle istituzioni un maggior intervento per arginare i comportamenti culturali che dietro il valore della tradizione condannano le donne ad un’esistenza che non hanno scelto.

“La storia del movimento delle donne dimostra come le norme sociali e culturali possono essere cambiate attraverso l’impegno di istituzioni e società civile, basti pensare all’abolizione del matrimonio riparatore in Italia o alla Convenzione di Istanbul, risultato di una sinergia importante tra attiviste a istituzioni”.

Saman Abbas ha tentato di ribellarsi, ma non ci è riuscita. E dove vanno cercate le responsabilità? Nella famiglia d’origine senza dubbio, ma anche nell’indifferenza della società civile. Con un aiuto maggiore forse Saman avrebbe potuto salvarsi.

Continua Veltri: “Alla violenza maschile contro le donne va data una risposta di sistema, perché deve essere chiaro a una ragazza che decide di sottrarsi a un matrimonio forzato a chi rivolgersi e che tipo di sostegno riceverà”.

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Qui è disponibile il comunicato stampa di D.I.Re

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