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Save the Children denuncia le irregolarità delle autorità nei confronti dei minori stranieri

“Una volta la polizia è arrivata, i piedi erano feriti e non siamo riusciti a scappare. Uno di noi è stato bastonato dalla polizia alla testa ed è morto sul colpo. È morto e l’hanno preso e buttato nel fiume, il suo corpo non l’abbiamo ritrovato”, Abdel, neomaggiorenne arrivato l’anno scorso in Italia.

L’infanzia e l’adolescenza vanno tutelate. Sempre. Questo è un monito internazionale che gli stati membri condividono, quantomeno sulla carta. Che si tratti di minore europeo o migrante poco importa, i paesi europei devono accogliere i bambini e garantirgli uno stile di vita dignitoso. Ma la realtà purtroppo sembra ben diversa

Un rapporto di Save the Children, pubblicato sul sito dell’associazione il 17 giugno, racconta l’odissea dei migranti minori per raggiungere la meta prestabilita. Le condizioni di trasporto sono sovente avverse, e durante il tragitto bambini ed adolescenti corrono il rischio di subire violenze e maltrattamenti da parte di passanti o delle autorità di polizia.

“Nascosti in piena vista. Minori migranti in viaggio (attra)verso l’Europa”, è il titolo del report, realizzato dal giornalista Daniele Biella. Il documento è corredato di testimonianze di bambini ed adolescenti che raccontano le atrocità subite durante il loro viaggio.

Le voci dei piccoli migranti sono state raccolte nei centri di rifugio di Save The Children, posizionati a ridosso delle frontiere, luoghi nei quali il pericolo di abusi e di respingimenti è più frequente. E’ bene sottolineare nuovamente che le autorità degli Stati membri sono tenute ad accogliere tutti i migranti che non hanno compiuto il 18esimo anno di età. Come emerge dalle testimonianze, una delle pratiche più frequenti da parte delle autorità di confine è l’alterazione dell’età anagrafica del minore al momento della registrazione, così da legittimarne il respingimento.

Le rotte narrate nel report sono principalmente balcaniche o al confine tra Italia e Francia, in prossimità di Ventimiglia ed Oulx.

“Ho dichiarato la mia data di nascita, 2004, quella con cui sono stato registrato allo sbarco in Sicilia. Ma non mi hanno creduto e mi hanno riportato in Italia scrivendo sul refus d’entrée una data che mi fa risultare maggiorenne“. Questo è il racconto agli operatori di Save the Children di un ragazzo di 17 anni originario del Ciad, ferito alla gamba da un proiettile della polizia e sopravvissuto ad un naufragio su un gommone.

Il respingimento al confine di un minore (con annessa alterazione dell’età anagrafica) sembra essere una prassi, praticata fino a poco tempo fa anche a Trieste, sospesa per un breve lasso di tempo. Ma sembra che si appresti a ritornare in vigore.

“Chiediamo con forza che il Consiglio europeo del 24 e 25 giugno metta al centro la tutela dei diritti dei minori. Questo anche per contrastare i gravissimi fenomeni di sfruttamento e di traffico di esseri umani”, Raffaella Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

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A questo link è disponibile il Report di Save the Children

Pubblicato da
Giulia Borraccino