La riforma della contribuzione richiede un concerto delle parti politiche non semplice da ottenere. I lavori inizieranno a luglio
Il pagamento dei tributi sta contribuendo non poco alla ricostituzione delle casse statali. La prima rata Imu e la dichiarazione dei redditi 2021 hanno mostrato un incremento degli introiti dell’Agenzia delle Entrate di gran lunga superiore al 2020.
Ma l’effetto sulla popolazione italiana, già logorata dall’anno e mezzo di pandemia, è un ulteriore impoverimento dei contribuenti. Urge una riforma dell’Irpef. Il governo Draghi ha annunciato che a breve inizieranno i lavori per la stesura di un documento che dovrà successivamente essere approvato in Parlamento.
Le parti politiche sono in accordo sulla necessità di rivalutare le aliquote per i ceti medio-bassi. Diminuendo la pressione fiscale sui meno abbienti, si dovrà necessariamente ottenere un gettito da parte di altre categorie.
E su questo tema i partiti politici sono in forte contrasto.
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La riforma dell’Irperf, le proposte dei partiti politici
Il governo Draghi ascolterà tutte le voci in Parlamento, ma alla fine sarà necessario un concerto unanime, non semplice da raggiungere.
Il PD ipotizza un’aliquota progressiva, per favorire soprattutto i redditi inferiori a 25.000 euro. Questa soluzione, però, porterebbe all’abolizione delle detrazioni da lavoro dipendente e del bonus da 100 euro.
Il M5S propone una semplificazione dell’Irpef. I rimborsi si otterrebbero con un meccanismo simile al cashback, ovvero il contribuente potrà essere risarcito in varie tranche annuali, senza la necessità di attendere la dichiarazione dei redditi.
Forza Italia chiede una riduzione della pressione fiscale non solo per le persone fisiche ma anche per le imprese.
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In generale si discute sull’Imu per la prima casa (oltre un certo reddito), sulla patrimoniale e tassa di successione. Non sarà semplice trovare un accordo tra le parti politiche.