Il Codacons ha pubblicato sul proprio sito ufficiale un comunicato stampa lo scorso 18 giugno con il quale rende nota la volontà di aiutare le famiglie della Tuscia a chiedere i danni per l’acqua inquinata da arsenico e fluoruro che per anni è uscita dai rubinetti delle case
Il prossimo 22 giugno è stato infatti organizzato un webinar con cui l’associazione dei consumatori intende spiegare ai cittadini della Tuscia come ci si può attivare per richiedere i danni da acqua inquinata. La situazione della Tuscia è particolarmente drammatica tant’è che c’è stata anche una decisione da parte della Commissione Europea che ha deferito l’Italia per i livelli eccessivi proprio di arsenico e fluoruro presente nell’acqua potabile di diversi comuni della zona del viterbese.
Come ricordato dalla stessa associazione nel comunicato stampa, la decisione dell’Europa è la conferma degli allarmi lanciati diverse volte dal Codacons riguardo la pericolosità dell’acqua potabile nella provincia di Viterbo. In particolare la decisione dell’Europa “spiana la strada ai risarcimenti in favore degli utenti, aprendo un nuovo fronte, quello dei bambini“.
Sempre nel comunicato stampa si legge come proprio la Commissione Europea abbia puntato il dito in particolare sui rischi corsi dai più piccoli nel bere acqua con livelli fuori norma di arsenico e floruro. Anche perché la situazione dell’acqua potabile e contaminata della zona della Tuscia va avanti da anni e ora il Codacons può aiutare le famiglie della zona a chiedere i danni ai gestori del servizio idrico e agli enti locali.
Bere acqua del rubinetto contaminata è un rischio per la salute nel breve ma soprattutto nel lungo periodo, perché sostanze come l’arsenico e il floruro sono a tutti gli effetti sostanze velenose, a maggior ragione quando vengono ingerite dai bambini. Per questo motivo alle ore 16 del 22 giugno è stato organizzato un webinar da parte di Codacons dove interverranno medici, legali ed esperti dell’associazione che potranno così rispondere alle domande degli abitanti della zona e fornire le indicazioni mediche legali anche per tutelarsi da quest’acqua così pericolosa.
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Qui invece il comunicato stampa