Alla fine, a vincere le primarie che dovevano stabilire quale sarebbe stato il prossimo candidato del Partito Democratico alle prossime elezioni della capitale, è stato Roberto Gualtieri.
Non è mancata naturalmente un po di polemica da parte dell’opposizione, con Carlo Calenda, leader di Azione, che ad esempio ha fatto notare come negli striscioni pubblicitari dei dem, fosse presente solo e soltanto il nome dell’ex ministro tra quelli da barrare com preferenza. Una scelta che effettivamente non è sembrata la più appropriata per un partito di sinistra.
Gualtieri ha vinto con il 60 per cento dei voti. Uno scarto notevole rispetto a chi come Giovanni Caudo, iscritto a una lista civica di sinistra, ha totalizzato soltanto il 15 per cento delle preferenze. A sorpresa, con il 7,1 per cento, si è invece piazzato terzo Paolo Ciani, che ricopre attualmente la carica di consigliere regionale demos. In tutto, tra chi si è recato fisicamente a votare e chi invece ha scelto la piattaforma on line per farlo, sono stati circa 48 mila coloro che hanno scelto di esprimere una preferenza, duemila in più delle scorse primarie tenute nel 2016 che videro trionfare Renzi.
Esulta il segretario dem Enrico Letta che con un post su Twitter ha festeggiato quella che definisce la “prima scommessa vinta” da quando si trova alla guida del partito. Sottolineando inoltre come “le primarie a Roma e Bologna sono un successo di popolo e pur in epoca Covid hanno affluenza come preCovid”.
Il prossime candidato alle elezioni romane Gualtieri ha invece dichiarato che il risultato era atteso e sperato, definendo le consultazione “una bellissima giornata di democrazia”. Si è detto “onorato per la fiducia che mi è stata accordata. Da domani tutti uniti, si lavora per rilanciare Roma”. L’ex ministro ha inoltre lanciato una stilettata a chiunque credeva che questa consultazione indetta dai dem si sarebbe rivelata un flop. Non lo è stato e si tratta di un’inversione di tendenza che Gualtieri interpreta come un segnale del paese, almeno di quella parte storicamente legata al centro sinistra, sul fatto che esista una voglia reale di cambiare, forse anche rispetto all’attuale esecutivo, che pure è nato con il beneplacito e la partecipazione dei dem.
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Interessante nel suo discorso il parallelo con la nazionale italiana, sempre più protagonista degli Europei e forse per questa additata come esempio positivo da seguire: “Siamo una squadra unita, un po’ come l’Italia di Roberto Mancini, molto determinati a fare un lavoro fino a ottobre, allargandoci a tutte le forze sociali con un grande patto per rilanciare Roma”.