Legambiente chiede alle istituzioni di migliorare i lavori sulle demolizioni degli edifici abusivi
Legambiente, in un comunicato stampa del 23 giugno, denuncia il “pasticcio” istituzionale sulle demolizioni degli edifici incompleti. La Legge 120/2020, il c.d. “Dl Semplificazioni”, aveva inserito nel proprio contenuto normativo la necessità di intervento da parte del prefetto in caso di inerzia del comune sulle demolizioni degli edifici abusivi. Ma le scorse settimane, una circolare del Ministero dell’Interno, ha specificato che il potere sostitutivo dei prefetti si applica solo agli immobili abusivi accertati dopo l’introduzione della legge. Quindi, tutte le strutture su cui pende un’ordinanza di demolizione da anni, rimarranno nelle mani dell’amministrazione comunale.
Stafano Ciani, presidente di Legambiente commenta: “Alla ministra Lamorgese e al Parlamento chiediamo di rivedere e correggere la nota interpretativa del ministero riaffermando il potere d’intervento dei Prefetti su tutte le ordinanze emesse dai Comuni”.
La situazione in Italia è grave. Secondo il dossier di Legambiente, dal 2004 è stato abbattuto solamente il 32,9% degli immobili segnalati da provvedimento amministrativo. Una cifra che sarebbe estremamente più bassa se si considerasse il solo sud Italia. Il buon lavoro del Nord traina le statistiche, con in testa il Veneto e Friuli Venezia Giulia, che superano il 60% di demolizioni da provvedimento.
Nella postazione più bassa della classifica si posiziona la Puglia, con il solo 4% di demolizioni effettuate. Puglia, Calabria, Sicilia e Calabria, sono le regioni più contraddistinte dalla presenza mafiosa e, stando all’ultimo rapporto Ecomafia, lì si concentra il 43,4% delle azioni criminali nel ciclo del cemento. Conclude Ciani: “Per liberare il Paese dallo sfregio del cemento selvaggio e dall’abusivismo impunito serve un netto cambio di direzione che solo la classe politica può intraprendere, non sono ammessi più ritardi o passi falsi”.
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A questo link il comunicato stampa di Legambiente