Eurostat ha pubblicato i dati sugli effetti della pandemia nel settore turistico. E il crollo di questo comprato economico è andato oltre il 60 per cento
Il turismo è senza dubbio uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Tutta l’economia basata sui consumi ha subito un calo, ma il settore turistico è stato particolarmente danneggiato. L’impossibilità di viaggiare, le restrizioni, la paura del contagio, hanno raso al suolo un settore che in paesi come l’Italia è sempre stato un cavallo trainante dell’economia nazionale.
A poco sono serviti gli incentivi e ristori. Una buona parte delle attività ricettive ha chiuso. Eurostat ha stimato che il crollo del settore turistico è stato del 61%, confrontando il lasso di tempo aprile 2018-2019 con aprile 2020-2021. La valutazione è stata fatta prendendo come riferimento i dati sui pernottamenti in tutta Europa.
“Il numero di notti trascorse negli esercizi ricettivi turistici dell’UE è diminuito del 61% tra aprile 2020 e marzo 2021 (1,1 miliardi), rispetto ai 12 mesi precedenti la pandemia (2,8 miliardi)”. (Eurostat)
L’analisi Eurostat ha rilevato la distribuzione geografica della crisi del settore turistico. Secondo le statistiche. Malta e la Spagna sono state le nazioni più penalizzate, con un crollo rispettivamente dell’80% e 78%. A seguire, nella sfortunata lista, si trovano Grecia, -74%, Portogallo, -70%, e Ungheria, -66%. All’estremo opposto della lista ci sono paesi Bassi e Danimarca, con un decremento del 36%. L’Italia si trova allineata alla media europea.
Particolarmente colpiti sono state le attività ricettive extralberghiere, che in alcuni paesi hanno subito un calo del 90%. In Italia il turismo nel 2020 ha toccato il proprio minimo storico. Con il piano vaccinale ed il Green Pass si prevede un miglioramento nella stagione estiva. I turisti hanno già ripopolato le città d’arte, ma si riuscirà a ritornare ai livelli del 2019? Si attendono i dati di fine anno per determinarlo.
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