“Una tragedia che non sarebbe mai dovuta accadere. Le comunità indigene meritano giustizia e noi siamo al loro fianco per sostenerle”
Arriva anche il comunicato di Save The Children, pubblicato in data 25 Giugno 2021, sul dramma con cui da qualche tempo, il Canada sta riempiendo i telegiornali di tutti il mondo.
Centinaia di cadaveri ritrovati sepolti qualche mese fa sotto una rete di istituti scolastici appartenenti alla Chiesa Cattolica attivi intorno agli anni 70, reclamano adesso giustizia. Anche perché a rendere ancora più drammatica la macabra scoperta sul territorio canadese, è il fatto che si tratti di bambini, tutti appartenenti alla comunità indigena del luogo. Per questo, sono molto dure le parole dell’appello lanciato dall’associazione per la tutela dei diritti dei bambini nel mondo, affinché il governo si attivi per far luce sulla questione.
Richiesta che oltretutto porta la firma presidente e Ceo di Save The Children Canada Danny Glenwright. L’uomo ha commentato questo assurdo fatto di cronaca nera definendolo “un genocidio che rimane profondamente impresso nella vita degli indigeni di oggi”. Il Canada non deve smettere di cercare e fare il possibile per stabilire se ci siano ancora altri corpi da ritrovare. Nella speranza che le indagini in corso permettano nel più breve tempo possibile di risalire ai colpevoli di questo sterminio.
L’associazione si impegna ad monitorare costantemente la situazione, in quanto “Save the Children lavora in Canada da oltre 100 anni e ci siamo sempre impegnati per far sì che vengano alla luce la verità e le responsabilità di qualsiasi azione – o mancata azione – che abbia contribuito alla discriminazione e alla violenza subita dai bambini e dalla popolazione indigena”.
Le richieste al governo sono oltretutto abbastanza specifiche. Nel comunicato infatti, il governo canadese viene invitato a intensificare le ricerche nei luoghi vicini alle scuole residenziali di tutto lo stato. Non sarebbe tollerabile che altre tombe spuntassero all’improvviso tra qualche anno. E il fatto che le vittime di questa tragedia siano tutte appartenenti alla comunità indigena, non può passare in secondo piano. Dovunque porti la verità processuale di questa tragedia, è arrivato il momento secondo Glenwright di riformare il sistema di assistenza all’infanzia della nazione e rendere tutti i cittadini consapevoli delle violenze e dsicriminazioni che la comunità indigena ha subito nella sua storia. Per questo “la storia indigena e coloniale deve essere inclusa nei programmi scolastici in modo corretto e trasparente”. Anche perché, il ritrovamento di questi bambini senza nome dimostra in modo inequivocabile “la crudeltà del sistema scolastico residenziale in Canada, ma anche in altri paesi. Save the Children chiede che tutti i bambini siano protetti da abusi, abbandono e sfruttamento e si impegna a combattere qualsiasi forma di razzismo istituzionale o discriminazione contro i minori indigeni”.
E proprio il prosieguo di quelle ricerche tanto invocate da Save The Children, stanno purtroppo portando adesso a molti altri ritrovamenti, dopo il primo avvenuto nei mesi scorsi vicino all’istituto Kamloops Indian Residential School della British Columbia. Una notizia che ha sconvolto comunità e istituzioni con Bobby Cameron, capo della federazione, che ha chiesto ai cittadini di restare uniti in quello che ritiene un momento drammatico per il paese. Esattamente come avvenuto per i ritrovamenti di Kamloops, anche in questo caso le forze dell’ordine hanno utilizzato dei radar per setacciare l’intera area in cui è stata in seguito ritrovata la fossa comune. Al suo interno altri cadaveri, e ancora una volta, bambini.
E purtroppo, di fronte ad un dramma che sembra ancora una volta inchiodare la Chiesa Cattolica alle sue responsabilità, le reazioni non sono state pacifiche. Continuano a bruciare per vendetta diverse chiese su tutto il territorio nazionale. Gli edifici che hanno preso a fuoco erano tutti all’interno della comunità nativa. Comprensibile purtroppo la loro sete di vendetta ( non, doveroso precisarlo che siano loro i responsabili di questi incidenti, spetta alla giustizia canadese indagare), per una tragedia che rappresenta solo l’ennesimo apice di infiniti soprusi subito dagli occidentali negli ultimi decenni.
Nel secolo scorso oltre 150 mila bambini nativi furono costretti ad entrare in queste scuole cattoliche residenziali. Lo scopo era quello di convertirli al credo cattolico. Bambini strappati via dalle loro famiglie, a cui non veniva permesso di utilizzare la lingua con cui erano cresciuti e molto spesso vittime di abusi e violenza da parte di coloro che dovevano istruirli e proteggerli. Fatti di cronaca certificati, di cui tutti sono sempre stati a conoscenza, al punto che nel 2008, l’esecutivo canadase dell’epoca si presentò davanti al Parlamento per scusarsi delle violenze subite dalla comunità nativa all’interno di queste scuole. E fu proprio quell’anno che venne creata la commissione a cui adesso fa riferimento Save The Children nel suo comunicato, la Truth and Reconciliation Commission che negli ultimi anni ha indagato sulla vicenda stabilendo in moltissimi casi, che tanti bambini della comunità non avevano mai fatto ritorno alle loro famiglie dopo il loro ingresso nella scuola
Leggi anche: Il crollo del turismo in Europa a causa del Covid, l’ultimo rapporto Eurostat
Leggi anche: Le grandi lobby internazionali non sono contente del nuovo piano Ue per l’ambiente
https://www.open.online/2021/06/27/canada-chiese-cattoliche-bruciate-tombe-bambini-nativi/