Cashback, clamoroso colpo di scena in queste ore. Una novità che non è stata accolta con grande convinzione
Arrivederci cashback: dopo appena 7 mesi di sperimentazione e nonostante gli altri due semestri in calendario, il programma dei pagamenti digitali chiude in larghissimo anticipo. La decisione è maturata lunedì sera a Palazzo Chigi e annunciata velocemente prima che iniziasse il secondo semestre.
L’iniziativa introdotta dall’Esecutivo di Giuseppe Conte si è conclusa momentaneamente ieri, con le ultime 24 ore necessarie per calare le ultime operazioni per ottenere il rimborso basico da 150 euro o addirittura quello del supercashback da 1.500€.
Si riprenderà il prossimo 1 gennaio 2022, ma per il momento il piano si ferma qui. E lo fa a gran sorpresa, quando ormai sembrava praticamente scontata una sua riconferma nonostante le polemiche incalzante in questi mesi per i famigerati furbetti e per tutte le falle che il sistema ha man mano mostrato dallo scorso Natale a oggi.
Leggi anche: Perché il cashback è stato cancellato?
Si pensava in appena alcuni accorgimenti rapidi per questa seconda metà dell’anno, invece il cashback è stato messo in stand-by. Una notizia, tuttavia, non accolta benissimo dagli utenti e non solo. Ritenuto da molti adatto per educare la popolazione alla digitalizzazione e per fronteggiare in parte l’evasione fiscale, parte dell’opinione si chiede perché non si sia optato per la sola rimozione del supercashback.
Leggi anche: Stop cashback: cosa succederà ora con i rimborsi?
La soluzione ideale per accontentare tutti, infatti, poteva essere proprio la seguente: la conferma del cashback e dei 150 euro, la rimozione del maxi premio da 1.500 che più di tutti ha creato problemi e ha finito col falsare una ‘competizione’ iniziata con le migliori delle intenzioni. Ma niente da fare: Mario Draghi e soci hanno preferito fare diversamente.