Il 27,9% del totale degli omicidi hanno uomini come vittima. L’83,8% è contro le donne.
Il fenomeno del femminicidio riempie le pagine dei giornali purtroppo da lungo tempo. Ma nell’anno della pandemia il fenomeno si è acuito. Le prime pagine riportano il volto, la storia delle vittime dei propri partner, per poi lasciare spazio al successivo crimine perpetrato ai danni di una donna. Questo a testimonianza che il fenomeno sta assumendo una gravità senza precedenti.
Il Sole 24h, con la firma di Giulio Peroni, ha di recente pubblicato un articolo che tenta un parallelismo tra femminicidio e maschicidio.
L’associazione D.I.Re, Donne in Rete contro la violenza, accusa la testata di “forzare una simmetria tra violenza maschile e femminile”.
A parte le prese di posizione individuali, ci sono i numeri alla mano. Ma come spesso accade, l’interpretazione delle statistiche può mandare fuori strada una tesi. Giulio Peroni, nel suo articolo, tenta di mettere su uno stesso piano il fenomeno del femminicidio con quello del maschicidio commettendo un essenziale errore di fondo.
Nel parlare di omicidi che vedono l’uomo come vittima, non viene riferito il sesso del colpevole, sottolineando altresì che spesso il carnefice è uno sconosciuto. Quindi non si può parlare di maschicidio. Se, ad esempio un uomo è vittima di un’aggressione a scopo di furto, il genere della persona uccisa ha poca rilevanza in questo contesto.
Diversa è la condizione del femminicidio, per definizione crimine commesso ad opera di un parente o di un partner, spesso all’interno dell’abitazione comune, che per la donna dovrebbe essere luogo di sicurezza e riparo.
Le statistiche a cui Peroni si riferisce sono relative al 2017, e le fonti sono confuse e poco attendibili.
Interviene Antonella Veltri, presidentessa di D.I.Re, in un comunicato stampa del 29 giugno: “Articoli del genere nuocciono a tutte e tutti, e sono gravissimi su una testata come il Sole 24 ore che con Alley Oop dedica da tempo grande attenzione al fenomeno della violenza contro le donne ed è partner con D.i.Re e altri del progetto europeo ‘Never Again’ sulla prevenzione della vittimizzazione secondaria”
L’associazione condanna l’articolo del Sole 24h come un intento negazionista nei confronti della violenza sulle donne. E come si sa, la negazione di un fenomeno è il primo passo verso la rimozione.
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A questo link il comunicato di D.I.Re.
Per completezza d’informazione si riporta l’articolo del Sole 24h a questo link