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Peste suina, l’Efsa pone l’allerta sugli allevamenti all’aperto

La peste suina africana è una malattia molto contagiosa ed aggressiva per cui non esistono cure. L’Efsa rileva che gli animali allevati all’aperto sono a maggior rischio contagio

(pixabay)

I maiali allevati all’aperto hanno maggiori probabilità di contrarre la peste suina africana. Lo dichiara l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

Il Fatto alimentare, in un articolo del 29 giugno 2021, riporta i suggerimenti dell’Autorità, e le motivazioni che dovrebbero spingere gli allevatori a tenere sotto stretto controllo i suini. La peste africana attacca i suini in maniera irreversibile. E’ una malattia ad alto contagio e non c’è possibilità di vaccinazione o di cure. Se un solo maiale viene infettato, tutto l’allevamento è a rischio.

L’allevamento all’aperto è una pratica molto incoraggiata dalle recenti iniziative ambientaliste. Permette all’animale di condurre uno stile di vita più in linea con i propri bioritmi, e un nutrimento più sano rispetto ai mangimi artificiali.

Ma non è tutto oro quello che luccica. A parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, allevare i suini all’aperto, in Europa, significa esporli a dei pericoli per la propria salute.

Il contagio da peste suina è molto comune. Solitamente deriva dalla presenza dei cinghiali, ma non è necessario che il maiale entri in contatto diretto con l’animale infetto. Basta condividere lo stesso ambiente. Anche solo l’abbeveramento dalla stessa fonte d’acqua può essere un fattore di trasmissione del virus.

L’Efsa suggerisce agli allevatori di creare dei recinti a largo raggio per permettere ai suini di avere lo spazio necessario ad una vita dignitosa, ma allo stesso tempo proteggerli dall’intromissione dei cinghiali nell’ambiente di allevamento.

Nel caso di recinzioni doppie, il rischio di contagio scende del 50%.

L’Autorità considera la minaccia di una portata tale da suggerire ai paesi con maggiori focolai di apporre alcune deroghe alle restrizioni sull’allevamento. I paesi più esposti, secondo il documento pubblicato dall’Efsa, sono Belgio, Bulgaria, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria. In Italia la peste africana suina è stata endemica in Sardegna per molto tempo.

A quanto pare ci si ritrova nuovamente in un quesito ideologico. Assecondare la natura a tutti i costi o proteggere il bestiame da possibili patogeni esterni?

La risposta non è semplice, ma forse può essere ritrovata nella locuzione francese utilizzata nella viticoltura, Lutte raisonnée, ovvero la lotta ragionata. Secondo questo principio si deve lasciare che la natura faccia il proprio corso, a meno che non sia necessario intervenire per salvaguardare la vita stessa delle piante.

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A questo link l’articolo del Fatto alimentare

Pubblicato da
Giulia Borraccino