Arriva dalla CGIA di Mestre uno studio che dimostra come allo Stato arrivi il 90% delle tasse degli italiani a discapito di regioni e comuni
La Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato (CGIA) di Mestre ha pubblicato uno studio in cui si vede come quasi 9 euro su 10 che i cittadini pagano in tasse finisca nelle mani dello Stato centrale.
Ovviamente questo comporta che le amministrazioni locali resta solo il 14,6% del totale, un saldo davvero irrisorio di 75 miliardi rispetto a quello che invece prende lo Stato.
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Tasse, in Italia sono in aumento considerevole
I dati della CGIA sono del 2019 ma dimostrano come comuni e regioni devono far riferimento a Roma per le coperture di spesa. Un vero e proprio problema se si pensa ai lunghi tempi di erogazione da parte dello Stato.
Se ne deduce che per alleggerire le cose bisognerebbe semplificare il quadro generale della tassazione, come ad esempio tagliando gabelle e balzelli che costituiscono più un costo che un vantaggio come ad esempio Irpef, Iva e Ires.
Negli ultimi 20 anni, poi, in Italia le tasse sono aumentate considerevolmente. I dati parlano chiaro: nel 2000, erario ed enti locali incassavano 350,5 miliardi di euro, contro i 516,6 miliardi di euro del 2019. L’aumento è di 166 miliardi, ovvero il 47,4% dall’inizio delle rilevazioni.
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La crescita dei pagamenti della tasse, però, non è andata di pari passo con un miglioramento del Pil. Se ne deduce quindi che le tasse hanno impoverito gli italiani, “non contribuendo far crescere il Paese”, questa la conclusione della Confederazione.