Secondo le rilevazioni Censis i servizi farmaceutici sono il futuro per una sanità territoriale migliore e più efficiente
La pandemia da Covid ha messo in luce i nodi scoperti della sanità italiana. Sono emerse eccellenze e disfunzionalità del sistema. L’affrontare un’emergenza sanitaria ha necessitato una riorganizzazione continua dei modi di gestire le necessità, a partire dai tamponi, per arrivare alle vaccinazioni. E la soluzione a cui in entrambi i casi si è arrivati è l’incremento dei servizi di prossimità territoriale, ovvero le farmacie.
Censis, in un comunicato stampa del 6 luglio, riassume la ricerca che l’istituto ha condotto in collaborazione con ADF (Associazione Distributori Farmaceutici) e Federfarma Servizi (Associazione Nazionale delle Aziende di Distribuzione e Servizi di proprietà dei Farmacisti). La vaccinazione nelle farmacie è stata avviata. Questo servizio ha consentito un incremento del piano vaccinale di 380.000 unità quotidiane.
La spinta in avanti delle vaccinazioni è possibile grazie alla professionalità e competenza della distribuzione intermedia di farmaci, che coinvolge oltre 50 imprese tra società private, cooperative di farmacisti e multinazionali aderenti alle due sigle di rappresentanza della categoria, 17.000 occupati, oltre 160 siti logistici dislocati sul territorio, 6.000 mezzi di trasporto e dotazioni di alta tecnologia per la conservazione in sicurezza dei farmaci, gli specialisti del settore effettuano mediamente 90.000 consegne di farmaci al giorno.
Questi i numeri del Censis. La distribuzione intermedia, ovvero il passaggio mediano della filiera, dalla produzione all’utente finale, è il perno dell’attività sanitaria di territorio. Infatti è sempre maggiore il numero di prestazioni sanitarie esplicate nelle farmacie, così da consentire una fruizione più snella ed evitare l’intasamento del lavoro ospedaliero.
Ma per rendere possibile questo impiego è necessario che le 19.000 farmacie presenti sul territorio italiano siano provviste di personale specializzato ed altamente qualificato, in grado di gestire situazioni eventualmente critiche. Ed è proprio in questa direzione che si sta muovendo la sanità nazionale. I servizi qualificati di prossimità territoriale potrebbero essere una risposta concreta all’emergenza sanitaria ancora in corso.
Se davvero alle farmacie verranno delegate molte prestazioni sanitarie, forse sarebbe necessario che in ogni esercizio sia presente un medico, figura professionale che al di là della prestazione, sia in grado di individuare le specifiche mediche di ogni individuo.
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A questo link il comunicato Censis