Le truffe online sono raddoppiate nel 2020. Il consiglio degli esperti: “Bisogna comportarsi come si fosse sulla strada”
Il 2020 è stato uno spartiacque sotto molti aspetti. Sono sempre più numerose le statistiche che rilevano come, nell’anno della pandemia, si siano registrati numeri anomali rispetto agli anni precedenti.
Non ultimo è il campo delle truffe sul web. Secondo la polizia postale, nel 2020 i raggiri online sono raddoppiati rispetto al 2019, raggiungendo la quota di 95.000. Un record senza precedenti. Senza dubbio il maggior numero di ore passate su internet è stato un fattore che ha contribuito a facilitare gli illeciti.
La maggior parte delle truffe viene etichettata con il termine phishing (dall’inglese fishing), ovvero pescare. I truffatori tentano la pesca grossa basandosi sulla probabilità numerica: maggiore è la platea raggiunta, maggiore è la possibilità di ottenere il risultato.
Simone Zonca, 27 anni, racconta la propria spiacevole avventura: “È arrivata una mail alla mia ragazza che diceva che i soldi del conto erano a rischio. La mail rimandava a un sito dell’Intesa Sanpaolo, o almeno così ci sembrava. Aveva persino il logo di “sito sicuro e affidabile” di Google. Ci chiedeva di aggiornare le credenziali, lo abbiamo fatto e in 30 secondi i truffatori avevano fatto partire un bonifico di 3.400 euro. La cosa peggiore è che la banca non è riuscita a fermare il bonifico, anche se l’abbiamo avvisata immediatamente, ci hanno detto che era colpa nostra. Era la vigilia di Natale, abbiamo perso tutti i soldi”.
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Questa testimonianza ripercorre puntualmente le tappe del classico tipo di truffa. Le variabili sono che il messaggio di allerta può arrivare via mail o via sms, ancora più confidenziale.
La polizia postale dice che non è semplice rintracciare gli autori del furto, spesso si trovano all’estero e questo complica l’iter burocratico delle indagini. La soluzione che in molti paventano è una formazione digitale maggiore per i cittadini.
La tecnologia in Italia sta facendo grandi passi avanti, la formazione digitale no. Se gli utenti non abboccano al phishing, non c’è caccia grossa che possa tenere.
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Il principio di base da ricordare è che banche o esercizi commerciali non chiederanno mai all’utente di inserire le proprie credenziali online. Sono private e tali devono rimanere.