La scuola primaria registra numeri negativi. Negli ultimi 5 anni record di chiusure degli istituti, specialmente in Piemonte e Campania
Non tutto il male viene dal Covid. Le ultime statistiche di Tuttoscuola, riportate dall’Ansa, riportano una notevole perdita di alunni nella scuola primaria nell’arco degli ultimi 5 anni. Quindi il fenomeno di abbandono scolastico è iniziato prima della pandemia. Il resoconto è inquietante. Oltre 200.000 alunni in meno nella scuola primaria, 361 istituti chiusi dal 2016 ad oggi. Si stima che nel prossimo anno chiuderanno altre 22 scuole.
Le regioni che hanno registrato il record negativo sono principalmente locate nel sud Italia, con un’eccezione. Il primo posto va al Piemonte, con la perdita di 70 plessi scolastici. Seguono la Campania (-62), la Calabria e la Sicilia (-51). Al contrario, la Liguria chiude il quinquennio preso in considerazione con 2 istituti in più.
Interpretare i numeri non è semplice, ma, ad un primo sguardo, si può senza troppi indugi affermare che la chiusura degli istituti è dovuta a delle concause. Primo fra tutti, l’abbassamento demografico delle nascite. Meno bambini, meno alunni. Senza dubbio anche la crisi economica ha contribuito al fenomeno, con un progressivo aumento dell’abbandono scolastico, particolarmente grave nella scuola dell’obbligo. In Italia l’alfabetizzazione di massa è stato un obiettivo importante raggiunto negli anni ’60 e ’70. E’ evidente che il secondo decennio degli anni 2000 naviga in controtendenza. Già da molti anni le istituzioni hanno ridotto la priorità educativa nei programmi governativi. Ora se ne vedono gli effetti.
Da tutti i poli si lancia l’allarme sulla qualità didattica compromessa, ora si risente anche della quantità. Se anche le istituzioni non tenteranno di comprendere la situazione educativa al di là dei numeri, i fausti dell’eccellenza scolastica italiana rimarranno relegati ad un capitolo isolato della storia.
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A questo link l’articolo Ansa