Non immaginerete a quanto ammontava il primo stipendio di Jorginho al suo approdo in Italia: resterete a bocca aperta
Campione d’Europa col suo Chelsea, stasera Jorginho potrebbe riconfermarsi sul tetto del continente anche sul fronte nazionali con l’Italia di Roberto Mancini. Nella mente dei tifosi, intanto, resta ancora impresso il suo rigore decisivo contro la Spagna che ha portato gli azzurri alla finalissima di Wembley. Un tiro dagli 11 metri calciato con una freddezza e scioltezza quasi senza precedenti, a conferma di un l’exploit a 360° per quello che è diventato oggi uno dei migliori registi del mondo.
Jorginho, dal monastero al tetto d’Europa
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Tanto che, in caso di vittoria italiana contro l’Inghilterra, si parla anche di una possibile clamorosa vittoria del pallone d’oro per l’ex centrocampista del Napoli. Del resto è stato fondamentale sia per il cammino blues per quanto riguarda i club che quello, a prescindere dal risultato finale, della nazionale italiana. Sembra difficile considerando concorrenza e sponsor che pesano eccome in certi casi, ma sarebbe senz’altro il coronamento di un sogno e di una carriera partita veramente dal bassissimo per l’italo-brasiliano.
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Perché sebbene oggi si gode complimenti, successi e i 6 milioni di ingaggio, l’inizio carriera di Jorginho è stata piuttosto traumatica. Ma ciononostante non ha mollato. A ricordate quei tempi ci ha pensato di recente Riccardo Priscinatelli, ex direttore sportivo del Verona, che ha ricordato così l’arrivo in Italia di un Jorginho all’epoca 14enne: “Me lo propose un imprenditore veronese che lavorava in Sudamerica. Quando venne, era quasi un infiltrato: non poteva vivere in convitto con i compagni in assenza del passaporto italiano che ancora non aveva e così lo affidai a una comunità di preti per dargli vitto e alloggio”.
Considerate tale premesse, è facile intuire che anche lo stipendio non era affatto un vero salario. Anzi: potremmo definirla più una paghetta che altro. “Al ragazzo – spiega il dirigente – regalavo dai 20 ai 50 euro quando potevo, era l’unico modo per ripagarlo e per permettergli di studiare e giocare con noi. Ne ha versate di lacrime ogni notte, tuttavia non ha mai mollato per arrivare al suo obiettivo”. E oggi, indipendentemente da come andrà stasera, ci è riuscito.