Le donne impiegate in settori professionali tecnologici sono una minoranza. Serve una spinta per colmare il divario di genere
Il campo della tecnologia e delle scienze informatiche ha un indice di impiego in crescita in tutti i paesi. La crescente dipendenza dai mezzi informatici e le avanguardie sperimentate dalla tecnologia comportano una richiesta sempre maggiore di professionisti specializzati. L’istituto sulla gender equality si sta concentrando sulla presenza femminile nello STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Il divario di genere prende avvio già dalla scelta degli studi. Nonostante il genere femminile riporti una carriera universitaria mediamente più brillante, in Italia solo il 18.9% delle laureate ha scelto discipline STEM.
In termini lavorativi, le donne impiegate in questi settori riscontrano minori possibilità di accesso ad un lavoro stabile e ad una carriera adeguata alla propria professionalità. Infatti il numero di donne che dopo la laurea di specializzano in dottorati di ricerca o master ad alta formazione professionale è più alto di quello maschile, ma non c’è corrispettivo in campo professionale.
L’indagine #ValoreD4STEM, la più completa sulle donne STEM in Italia, ha mostrato un incremento del gender gap nel campo della digitalizzazione. La raccolta dei dati mette in luce le cause principali della segregazione femminile. Solo 1 donna su 4 altamente qualificata ha un ruolo manageriale STEM. A parte sporadici esempi illustri, la maggior parte delle donne lamenta la difficoltà di fare carriera negli istituti in cui è impiegata.
Tra le motivazioni principali riportate dalle intervistate sono presenti la forte componente maschile, la difficoltà a fare carriera e l’impossibilità di gestione del tempo lavorativo con la vita privata. Le norme sulle pari opportunità sulla carta facilitano l’ambizione lavorativa femminile con la possibilità di avere figli, ma la prassi è altra cosa. Se il processo di emancipazione femminile non andrà pari passo con l’abbattimento dei pregiudizi di genere, il divario professionale tra uomini e donne non farà che peggiorare, specialmente in un ambiente competitivo come quello STEM.
Barbara Falcomer direttrice generale Valore D, dichiara: “L’indagine che abbiamo realizzato riconferma l’urgenza di colmare il gender gap che ancora caratterizza questo ambito. Pubblico e privato devono impegnarsi fortemente per non rischiare che le donne si trovino ai margini del futuro del lavoro, ma piuttosto vengano valorizzate per poter essere protagoniste nei settori in cui si apriranno maggiori e migliori opportunità lavorative.”
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A questo link la fonte Ansa