Il viaggio della missione Unity 22 segna davvero l’inizio dell’era del turismo spaziale. Marte si avvicina?
Il viaggio organizzato da Sir Richard Brenson e dalla sua Virgin Galactic con Unity 22 è un passo importante nella rotta del turismo spaziale. A bordo dello SpaceShipTwo, successore di quello SpaceShipOne che quasi venti anni fa vinse l’Ansari X-Prize, c’era lo stesso Brenson con altri dipendenti Virgin Galactic.
Andando a guardare cosa è effettivamente successo quando la VSS Unity si è librata nel vuoto sembra cosa di poco conto: appena tre minuti di volo. Ma sono i primi tre minuti di un nuovo ciclo che porterà sempre più spesso l’uomo fuori dal pianeta.
Unity 22, 3 minuti che fanno la storia
Il lancio del VSS Unity è avvenuto da un velivolo madre, il VMS Eve che lo ha portato all’altitudine di sgancio: 13.700 metri. Ma il volo vero e proprio è poi avvenuto a meno di 9mila metri, appena sotto il confine dello spazio riconosciuti dalla Federazione Aeronautica Internazionale, ma comunque oltre il limite dell’atmosfera percepita.
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Quelli a bordo, Brenson e i dipendenti Virgin, hanno quindi sperimentato il volo a microgravità per tre minuti. Trascorso il tempo, il velivolo è rientrato nell’atmosfera a velocità Mach 3. A guidare il velivolo madre Eve c’era CJ Sturckow, ex pilota dello Shuttle, accompagnato dal pilota collaudatore Kelly Latimer.
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Ai comandi dello VSS Unity c’erano invece Dave Mackay e Mike Masucci, entrambi con una lunghissima esperienza come piloti. Mackay è stato pilota di linea e militare mentre Masucci è tenente colonnello dell’aeronautica americana. I due sono anche molto coinvolti proprio nel progetto del volo suborbitale.
E la missione Unity ha raggiunto un secondo traguardo: Beth Moses, istruttrice di astronauti per Virgin Galactic, è diventata la prima donna astronauta commerciale e la prima anche a fluttuare nella cabina.
Il lavoro che Brenson sta portando avanti con Unity sembra velleitario ma, in realtà, è fondamentale per l’evoluzione dei viaggi spaziali: ogni tassello, in questo genere di sfide, conta e ogni vittoria, anche se di un privato e non di un’agenzia spaziale, è una vittoria per tutti perchè dimostra che la tecnologia funziona.