Un risultato notevole nell’anno più atipico degli ultimi decenni
Differenziare i propri rifiuti consente non solo di aiutare l’ambiente, ma anche di accorgersi della quantità di scarti prodotti, divisi per tipologie. Non è infrequente notare che il cestino della plastica e alluminio si riempie molto facilmente. Principalmente, i rifiuti in plastica ed alluminio derivano dagli imballaggi dei prodotti alimentari o le confezioni per i casalinghi.
Per rendersi conto dell’enorme quantità di prodotti da imballaggio che vengono acquisiti quotidianamente basterebbe semplicemente prestare attenzione alla procedura per impacchettare un prodotto al banco gastronomia. Plastica, carta, plastica, e carta finale con scontrino sopra. Un etto di prosciutto può equivalere ad un etto di imballaggio da riciclare.
Si sa, l’Italia è un paese rinomatamente arretrato nella sostenibilità ambientale e nella gestione dei rifiuti. Ma le nomee fortunatamente esistono anche per essere smentite. Il Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) annuncia con soddisfazione che l’Italia nel 2020 ha raggiunto il record del 73% di imballaggi riciclati. Un risultato ben oltre le attese europee, che hanno richiesto per il 2025 un impegno corrispondente al 65% degli imballaggi riciclati.
Il consorzio rende note le cifre. Oltre 9 milioni e mezzo sono le tonnellate di imballaggi riciclate sul totale delle 13 milioni introdotte nel settore commerciale. Il Conai spiega che sono state reimpiegate a nuova vita 371mila tonnellate di acciaio, 47mila e 400 di alluminio, 4 milioni e 48mila di carta, un milione e 873mila di legno, un milione e 76mila di plastica, 2 milioni e 143mila di vetro.
Il 2020 è stato un anno che ha fatto respirare l’ambiente, sotto molti punti di vista. Con l’affacciarsi del 2021 l’inquinamento è subito ritornato a livelli preoccupanti, anche superiori al 2019. Le cifre sul riciclo degli imballaggi 2021 faranno sapere se il record elogiato dal Conai è rimasto un caso isolato al 2020 oppure no.
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