Il Garante per la gestione della privacy ha firmato un protocollo con il capitolo italiano della organizzazione internazionale senza scopo di lucro “Creative commons” per portare nelle informative sulla privacy una semplificazione che sfrutti proprio il sistema adottato per chiarire il diritto d’autore.
Il sistema cosiddetto “Creative Commons” o abbreviato CC è il modo in cui si può facilmente capire se un contenuto, per esempio un’immagine o un video, è protetto da copyright e in che modo, quindi, è possibile o meno utilizzarlo nel proprio lavoro. Creative Commons è composto da una serie di sigle a cui si riferiscono diversi tipi di utilizzo. Ogni contenuto può essere accompagnato da una o più sigle che indirizzano immediatamente e in modo molto chiaro agli utilizzi possibili. Vi lasciamo al seguente link un esempio di come si configura una licenza Creative Commons con i simboli preso proprio dal sito dell’organizzazione.
Si tratta di un sistema estremamente semplice per comprendere se e come è possibile utilizzare i contenuti che si trovano in rete. Da questa semplicità, il Garante della Privacy ha preso spunto per il protocollo di intesa firmato con il Capitolo italiano dell’organizzazione internazionale. Lo scopo è cercare di realizzare un sistema che trasformi le informative sulla privacy, spesso molto lunghe e molto poco chiare, in qualcosa di facilmente comprensibile da parte di tutti gli utenti.
Lo scopo finale è, come si legge anche nel comunicato stampa dello scorso 26 luglio “permettere alle persone di acquisire maggiore consapevolezza sul contenuto delle informative riguardanti il trattamento dei loro dati personali“.
Per ora, il protocollo d’intesa si concentrerà sullo sviluppare un sistema Creative Commons per l’Italia ma “l’obiettivo finale è quello di creare un sistema da mettere a disposizione in tutti gli Stati membri europei per costruire un ambiente digitale in cui le questioni legate alla protezione dei dati siano gestite in modo coordinato nel mercato unico digitale“.
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A questo link il comunicato stampa sul sito ufficiale del Garante